Le onde cerebrali umane sono diventate un campo di ricerca sempre più interessante per il mondo tecnologico e le loro potenzialità sono attualmente impiegate in vari settori, dal gioco ai dispositivi medici, dall’automazione industriale alla comunicazione. Ma quando ha avuto inizio tutto questo? Una delle prime applicazioni di queste tecnologie è stata l’EEG, ovvero l’elettroencefalogramma.
L’elettroencefalografia è stata scoperta per la prima volta nel 1929 dal neurofisiologo tedesco Hans Berger, il quale utilizzava un dispositivo che misurava le variazioni dell’attività elettrica del cervello. Ma fu solo negli anni ’40 che l’EEG cominciò a essere utilizzato per la diagnosi e la terapia di disturbi cerebrali come l’epilessia. Oggi è uno strumento diagnostico essenziale per molte patologie cerebrali, oltre a essere ampiamente utilizzato in diverse aree della ricerca scientifica, tra cui la neuroscienza cognitiva e la psicologia. La sua importanza nella medicina moderna deriva dalla consapevolezza che le onde cerebrali umane possano essere rilevate e utilizzate per applicazioni tecnologiche. Una scoperta che oggi sta aprendo la strada a nuove frontiere nella ricerca e nell’innovazione.
Come le onde cerebrali stanno cambiando il nostro modo di interagire con la tecnologia: dal neurofeedback ai giochi mentali.
Uno dei metodi più promettenti è il neurofeedback, una tecnica non invasiva di allenamento mentale che utilizza l’elettroencefalografia per misurare le onde cerebrali dell’utente e fornire un feedback di performance in tempo reale. L’obiettivo del neurofeedback è quello di permettere all’utente di modificare il proprio stato mentale o il livello di concentrazione, allenandosi a migliorare funzioni cognitive, emotive e comportamentali.
Durante la seduta, l’utente è posto in una situazione di feedback continui attraverso l’uso di un dispositivo che misura la sua attività cerebrale e la traduce in modo visibile, sotto forma di grafici, suoni o immagini. L’utente può quindi imparare a controllare la propria attività cerebrale, ad esempio per migliorare la sua capacità di concentrazione, e alcuni studi hanno dimostrato che può contribuire a ridurre notevolmente i sintomi dell’ansia.
Il neurofeedback viene oggi utilizzato in diversi contesti, tra cui la medicina, la psicologia, la formazione e lo sport.
Un altro dispositivo che sfrutta le onde cerebrali umane è una tipologia di gioco: il mind-controlled game, che utilizza un sistema EEG per monitorare le onde cerebrali del player, permettendogli di giocare con il solo pensiero. L’utente può muovere oggetti virtuali, ad esempio, attraverso l’esclusiva direzione della propria mente. Questa tecnologia sta diventando sempre più sofisticata, con la creazione di giochi complessi e iper realistici. L’obiettivo è quello di creare un’esperienza di intrattenimento completamente nuova che permetta di immergersi in un mondo virtuale, in modo “naturale”.
Ma le potenzialità delle onde cerebrali non si limitano solo al mondo del gioco. Infatti, queste tecnologie stanno diventando sempre più importanti anche nel campo dell’automazione industriale.
Telepatia robotica.
Le applicazioni più innovative di questa tecnologia si trovano nel campo della robotica e dell’automazione industriale. Uno degli sviluppi più recenti è la capacità di alcuni robot di interpretare le onde cerebrali dell’operatore. Grazie a questa tecnologia, il controllo del dispositivo diventa più preciso e naturale, aumentando la sicurezza e l’efficienza dei processi industriali. In particolare, i robot possono essere utilizzati in ambienti pericolosi per l’uomo, riducendo il rischio di incidenti sul lavoro, e i macchinari possono essere programmati per riconoscere quando l’operatore sta raggiungendo i propri limiti di attenzione, segnalando la necessità di una pausa o di un cambio di attività.
Brain Waves: la tecnologia che ci permetterà di controllare i nostri dispositivi elettronici con la mente.
Cryptolab, azienda di cyber security con sede a Imola, ha recentemente presentato la sua nuova tecnologia Brain Waves, che permette di controllare i dispositivi elettronici utilizzando le onde cerebrali. Rispetto ai precedenti, questo sistema utilizza sensori non invasivi che si indossano tramite una cuffia e non richiede l’uso di chip inseriti nella corteccia cerebrale, come nel caso di Neuralink di Elon Musk. Il cervello funge da collettore ed elaboratore di segnali che provengono dal nostro corpo, permettendo di implementare un sistema di controllo più rapido e preciso di quello manuale. Le applicazioni di questa tecnologia sono molteplici e il suo potenziale enorme, specialmente in tema di Cyber Security. La possibilità di utilizzare le nostre onde cerebrali per autenticare l’accesso ai dispositivi elettronici rappresenta infatti una nuova soluzione di sicurezza, in quanto aumenta la difficoltà per gli hacker di accedere ai dati sensibili.
Segnali biologici e criptovalute: la nuova frontiera dell’integrazione uomo-macchina.
Mentre la tecnologia Brain Waves potrebbe sembrare fantascientifica, in realtà è solo l’ultimo sviluppo in una serie di innovazioni che ci stanno portando sempre più vicini all’integrazione uomo-macchina. Per esempio, Microsoft ha presentato una richiesta di brevetto per un sistema che legge le onde cerebrali degli utenti al fine di monitorare se hanno completato determinate attività. In cambio, gli utenti vengono ricompensati con criptovalute come Bitcoin. Un sistema di controllo che suscita non pochi dubbi e timori, in tema di libertà personale e privacy. Tuttavia, l’idea di utilizzare segnali biologici per distribuire criptovalute è decisamente innovativa. Al momento, il brevetto è in attesa di approvazione, ma se dovesse essere concesso, sarebbe interessante vedere come funzionerà l’intero sistema. In ogni caso, sembra che l’interesse per l’uso di onde cerebrali per varie applicazioni tecnologiche stia crescendo, come dimostra anche il progetto Dream Lab del MIT, che sta lavorando su un dispositivo in grado di tracciare e interagire con i sogni degli utenti.
Tra evoluzione e dipendenza tecnologica
Sebbene le tecnologie di interfaccia cerebrale siano ancora in fase di sviluppo, si è già cominciato a discutere sulle implicazioni etiche e sociali che potrebbero derivare dalla loro introduzione nella nostra vita quotidiana.
Una delle maggiori preoccupazioni riguarda la dipendenza tecnologica. Secondo gli esperti, se la tecnologia diventasse un mezzo per controllare ogni aspetto della nostra vita, potremmo diventare dipendenti da essa e perdere la volontà di fare scelte autonome, con conseguente riduzione della capacità di pensiero critico e di problem solving.
D’altra parte, l’introduzione di tecnologie a interfaccia cerebrale potrebbe portare a una maggiore consapevolezza del nostro potere mentale.
In ogni caso, queste nuove scoperte ci portano verso un futuro in cui gli esseri umani potrebbero diventare sempre più simili ai superumani delle nostre storie di fantascienza preferite, e una cosa è certa: la tecnologia ci sta permettendo di superare i confini dell’irrealtà, portandoci in un territorio del tutto nuovo e affascinante.