Evoluzione del social learning
Il social learning è un approccio educativo che si basa sull’idea che l’apprendimento avvenga attraverso l’interazione sociale, l’osservazione degli altri e la partecipazione a comunità di apprendimento. I canali social, d’altra parte, sono piattaforme online che favoriscono l’interazione e la condivisione di contenuti tra gli individui, come ad esempio i social media.
Oltre all’osservazione, il social learning coinvolge anche l’interazione sociale diretta. L’apprendimento può avvenire attraverso la collaborazione con gli altri, lo scambio di idee, la discussione e la risoluzione di problemi insieme. Questo tipo di apprendimento promuove la condivisione di conoscenze e l’arricchimento reciproco tra i partecipanti.
Con l’avvento delle tecnologie digitali e dei social media, il social learning ha subito una significativa trasformazione. Le piattaforme online, i forum, i gruppi di discussione e i social network offrono nuove opportunità per l’apprendimento sociale. Le persone possono connettersi con gli altri, condividere idee, esperienze ed essere esposte a una vasta gamma di conoscenze provenienti da diverse fonti.
I social storicamente erano il canale di approfondimento che veniva aperto dopo (o durante) la fruizione di un contenuto su schermi tradizionali (come quelli di tv e cinema). Ad oggi si sono però trasformati in una fonte primaria di informazioni e notizie, che apre scenari inediti per content creators divulgativi e giornalisti che si affacciano al far west delle newsletter e dei podcast personali.
Diverse sono le modalità con le quali i canali social hanno svolto un ruolo cruciale nello sviluppo e nelal diffusione del social learning:
Condivisione di conoscenze
Offrono un ambiente in cui le persone possono condividere informazioni, esperienze e conoscenze con gli altri. Gli utenti possono pubblicare contenuti, come articoli, video, immagini o risorse, e gli altri possono imparare da queste condivisioni.
Discussione e collaborazione
Favoriscono la discussione e la collaborazione tra gli utenti. Le persone possono commentare i contenuti altrui, porre domande, fornire risposte e partecipare a conversazioni. Questo processo di scambio di idee e feedback può favorire l’apprendimento attraverso la discussione e l’approfondimento dei concetti.
Osservazione dei modelli di comportamento
Concedono la possibilità di osservare i comportamenti e le azioni degli altri. Gli utenti possono seguire persone o gruppi di loro interesse e apprendere da ciò che essi fanno. Questa osservazione dei modelli di comportamento può essere un’importante fonte di apprendimento sociale.
Costruzione di reti di apprendimento
Permettono di connettersi con persone provenienti da diverse parti del mondo e con interessi simili. Queste connessioni possono portare alla formazione di comunità di apprendimento, in cui gli individui possono collaborare, condividere conoscenze e supportarsi reciprocamente nell’apprendimento.
Gli effetti della pandemia
Durante la pandemia, il social learning ha conosciuto una crescita significativa. Le restrizioni imposte per contenere la diffusione del virus, come il distanziamento sociale e il lockdown, hanno portato a un aumento dell’utilizzo dei canali social e delle piattaforme online per l’apprendimento e l’interazione sociale.
Si sono quindi verificati una serie di nuovi fenomeni che proviamo qui a riassumere:
Apprendimento online
Le istituzioni educative, dalle scuole alle università, hanno dovuto adattarsi rapidamente alla modalità di insegnamento online. Questo ha portato a un aumento dell’uso delle piattaforme di apprendimento virtuale, videoconferenze, forum di discussione e altri strumenti online che favoriscono l’interazione sociale e la condivisione delle conoscenze.
Webinar e corsi online
Durante la pandemia, sono aumentati i webinar, i corsi online e le conferenze virtuali. Queste risorse hanno permesso alle persone di accedere a contenuti educativi di qualità, partecipare a lezioni, workshop e discussioni con esperti di settore. Le piattaforme di social learning, che facilitano l’interazione e la partecipazione attiva degli utenti, sono state molto utilizzate in questo contesto.
Gruppi di studio virtuali
Molti studenti e professionisti hanno formato gruppi di studio o di lavoro virtuali per mantenere l’interazione sociale e collaborare nell’apprendimento. Attraverso videochiamate, chat di gruppo e condivisione di risorse online, le persone hanno continuato a imparare insieme, scambiando idee, discutendo argomenti e supportandosi reciprocamente.
Social media come fonte di apprendimento
Durante la pandemia, molti individui si sono rivolti ai social media come fonte di apprendimento. Le piattaforme come YouTube, Instagram, Facebook e Twitter sono state utilizzate per accedere a tutorial, video educativi, podcast, blog e altri contenuti che consentono di apprendere nuove competenze, ottenere informazioni o esplorare nuovi interessi.
Community di apprendimento online
Le community di apprendimento online sono cresciute nel corso della pandemia. Le persone si sono unite a gruppi e forum online per condividere conoscenze, esperienze e risorse su vari argomenti. Queste community hanno offerto un ambiente virtuale in cui le persone possono connettersi, discutere e imparare gli uni dagli altri.
La nascita e lo sviluppo del social journalism
Soprattutto la Generazione Z, a livello globale, utilizza i social per imparare nuove abilità pratiche e il processo di apprendimento non si limita necessariamente ai social, ma sempre più spesso inizia da lì. Questo fenomeno ha portato alla nascita di player di social journalism e all’inclusione nella creators economy di molti giornalisti che si sono resi autonomi, creando la propria community.
Alcuni esempi? Su tutti sicuramente i casi di Will e Factanza e VD!
Quello del social journalism è un fenomeno che si è sviluppato con l’avvento delle piattaforme di social e ha trasformato il modo in cui le notizie vengono prodotte, distribuite e consumate. Invece di affidarsi esclusivamente ai tradizionali mezzi di comunicazione, come giornali, radio e televisione, sempre più persone si rivolgono ai social media come fonte di notizie e informazioni.
Il social journalism coinvolge giornalisti e altri operatori dei media che utilizzano i social media per condividere notizie, racconti e reportage. Questi giornalisti sfruttano le funzionalità delle piattaforme social, come la possibilità di pubblicare testi, foto, video e sondaggi, per raggiungere un vasto pubblico e promuovere il dialogo e l’interazione.
Le piattaforme social offrono un immediato accesso alle notizie in tempo reale e consentono agli utenti di condividere, commentare e partecipare attivamente alle discussioni sui vari argomenti. I giornalisti possono sfruttare questa interattività per coinvolgere il pubblico, raccogliere informazioni e fonti, e amplificare la diffusione delle loro storie.
Alcuni giornalisti sui social hanno creato le proprie community, sviluppando un rapporto diretto con la fan base e i lettori. Questo approccio ha permesso loro di costruire una base di fan fedele e di mantenere un controllo maggiore sulla loro produzione giornalistica.
Tuttavia, il social journalism ha anche presentato nuove sfide per il giornalismo tradizionale. La velocità con cui le notizie si diffondono sui social media può portare a una maggiore diffusione di notizie non verificate o addirittura false. Inoltre, l’eccesso di informazioni disponibili sui social media può rendere difficile per il pubblico distinguere tra fonti affidabili e contenuti non verificati.
Pertanto, i giornalisti che operano prevalentemente online, devono essere attenti alla verifica delle informazioni e all’etica giornalistica, assicurandosi di fornire notizie accurate e verificate al loro pubblico. Allo stesso tempo, il pubblico deve sviluppare una maggiore alfabetizzazione mediatica per valutare criticamente le notizie e le fonti che incontrano sui social media.
In definitiva, il social journalism ha aperto nuove opportunità per il giornalismo, consentendo un coinvolgimento più ampio del pubblico e una rapida diffusione delle storie. Tuttavia, richiede anche un’attenzione costante alla qualità e all’attendibilità delle informazioni condivise.