Come abbiamo già esplorato nei precedenti articoli Il cibo del domani e Healthy Food, oltre che in Future Drinks, il primo appuntamento di marzo dellaa seconda rassegna di NOOO Talking, il mondo del food & beverage sta prendendo una direzione sempre più orientata alla salute e al benessere. Ora, con questo nuovo articolo, scopriamo Il nuovo trend per la Gen-Z: low alcohol e non-alcoholic drinks!
Il tempo della sobrietà
Ricordate quando l’astemio era etichettato come un loser, privo di spirito d’avventura, mentre gli eccessi alcolici erano celebrati come simboli di ribellione e fascino rock?
Quei tempi sono passati.
Oggi la sobrietà è di moda eppure nessuno, nemmeno chi non beve alcol, deve più rinunciare all’aperitivo. Un trend nato negli Stati Uniti e ora diffuso anche in Europa sta trasformando il mercato del beverage: parliamo dei low alcohol e non-alcoholic drinks, bevande a bassissimo contenuto di alcol o completamente prive di esso, che stanno spopolando, specialmente tra i membri delle Generazioni Alpha e Z.
Secondo una ricerca Nielsen, il 66% dei giovani tra i 18 e i 24 anni preferisce limitare il consumo di alcol. Gartner rileva che il 72% della Generazione Z opta per prodotti che promuovono uno stile di vita sano, e McKinsey prevede una crescita annuale del 34% per questo mercato fino al 2025. Questa tendenza non è quindi solo una questione di moda passeggera, ma rappresenta un cambiamento culturale verso un consumo più consapevole e salutare.
Il mercato in espansione dei low e non-alcoholic drinks
Chi deve rinunciare all’alcol o chi desidera semplicemente ridurne il consumo, oggi ha a disposizione una vasta gamma di opzioni che non sacrificano il gusto. Dai raffinati distillati alle birre analcoliche, le proposte non mancano. Secondo Statista, il valore globale del mercato dei low alcohol e non-alcoholic drinks potrebbe superare i 40 miliardi di dollari entro il 2025. Questa crescita è indicativa di un crescente interesse per prodotti che combinano piacere e benessere.
La nuova era dei drink spirit free segna l’inizio di una rivoluzione nel modo di intendere il bere. Una rivoluzione guidata dalla Generazione Z, che riscrive le regole del brindisi, rendendolo più inclusivo, sano e sostenibile. Le bevande analcoliche non sono più viste come una scelta di ripiego, ma come una scelta consapevole e sofisticata, apprezzata per il loro equilibrio e complessità di sapori.
Dall’Australia all’Italia: Tutte Le Gustose Alternative
L’innovazione in questo settore è palpabile. In Australia, Lyre’s produce distillati di altissima qualità che sono accolti nei menù dei migliori cocktail bar. Con imitazioni di gin, vermut e whisky, è possibile creare il 90% dei cocktail più venduti al mondo. In Francia, Le Petit Béret ha sviluppato una tecnica innovativa per produrre vini alcohol-free senza dealcolizzazione né fermentazione, mantenendo le qualità organolettiche dell’uva.
Anche in Italia, il panorama sta cambiando rapidamente. Nonostante il ritardo nella regolamentazione del settore, marchi come Crodino e Sanbittèr stanno ampliando le loro gamme di prodotti, offrendo alternative sofisticate e di alta qualità per chi vuole godersi un buon aperitivo senza alcol.
La storia dei drink analcolici: dall’Ottocento ai mocktails
I drink analcolici, in realtà, hanno radici profonde nella storia. Già a fine Ottocento, durante la prima “età dell’oro dei cocktails”, si pensavano opzioni booze-free per accontentare anche i più morigerati. Tuttavia, solo tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento, questi drink vennero raggruppati in una vera e propria categoria, a cui venne affibbiato il famigerato titolo di mocktails.
L’aggettivo mock, utilizzato per storpiare il nome dei corrispettivi alcolici, significa finto: il mocktail è infatti un cocktail solo per finta, perché sembra alcolico ma non lo è. In alcuni casi, le versioni senza alcol di molti celebri cocktail – come la Piña Colada, il Margarita o il Bloody Mary – si guadagnavano l’imbarazzante appellativo di virgin.
La categorizzazione dei mocktails negli anni Settanta e Ottanta segnò un periodo in cui queste bevande erano viste principalmente come alternative di seconda scelta, riservate a chi non poteva o non voleva consumare alcol. Tuttavia, il contesto culturale e le abitudini dei consumatori stavano già iniziando a cambiare, per arrivare all’odierna trasformazione.
Perché la Gen-Z sceglie di bere senza alcol
Il mercato delle bevande è mutato radicalmente rispetto agli anni Ottanta. Le ragioni per cui i giovani consumatori scelgono di ridurre o eliminare il consumo di alcol sono molteplici e complesse. Iniziative come il Dry January e il Sober October, promosse attraverso i social media, invitano a un mese di astinenza dall’alcol e stanno guadagnando sempre più partecipanti. Secondo Alcohol Change UK, nel 2023 il Dry January ha visto la partecipazione di oltre 6,5 milioni di persone nel Regno Unito, un incremento significativo rispetto ai 4 milioni del 2020.
Numerosi studi dimostrano che l’abuso di alcol può generare dipendenza, portare a malattie croniche, aumentare l’ansia e causare un senso generale di stanchezza. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’eccesso di alcol è responsabile di oltre 3 milioni di morti all’anno a livello globale, rappresentando circa il 5.3% di tutti i decessi.
La consapevolezza degli effetti negativi del consumo disordinato di alcol è in aumento, specialmente tra i più giovani, che sono sempre più informati e sensibilizzati sui temi della salute e del benessere. Una ricerca Nielsen del 2023 ha rilevato che il 58% dei consumatori globali cerca di limitare il proprio consumo di alcol per motivi di salute. Inoltre, il 41% dei giovani tra i 18 e i 34 anni ha partecipato almeno una volta a iniziative come il Dry January o il Sober October.
Il gusto della sobrietà: nuovi drink senza alcohol che non compromettono il sapore
La crescita delle vendite dei prodotti zero alcol e la nascita dei relativi settori di mercato non possono essere spiegate solo dalla crescente consapevolezza dei danni causati dall’alcol. I mocktails, infatti, hanno fatto la loro timida comparsa molti decenni fa, ma sono sempre stati considerati una soluzione non troppo soddisfacente a un problema a cui si stava cercando una risposta migliore.
Mentre il mocktail ha solo l’aspetto di un cocktail, ma non riesce a imitarne il sapore, i prodotti lanciati oggi sul mercato vogliono avere lo stesso gusto, odore e sapore di un cocktail a base di alcol, pur senza contenerlo.
Questo trend è alimentato dalla crescente domanda di bevande che offrono un’esperienza sensoriale completa senza gli effetti negativi dell’alcol. Un’indagine condotta da Mintel nel 2023 ha rivelato che il 55% dei consumatori tra i 18 e i 34 anni desiderava ridurre il proprio consumo di alcol senza compromettere il gusto e la qualità delle bevande. Il desiderio delle giovani generazioni di non rinunciare al sapore, ha spinto molte aziende a innovare e sviluppare prodotti che replicassero fedelmente il profilo organolettico dei loro omologhi alcolici.
Heineken 0.0, ad esempio, è riuscita a conquistare una quota significativa del mercato grazie alla sua capacità di offrire il gusto della birra tradizionale senza l’alcol. Analogamente, marchi come Seedlip stanno ridefinendo il concetto di distillato analcolico, creando drink complessi e aromatici che soddisfano anche i palati più esigenti. Il motto finalmente è diventato: vietato accontentarsi. Chi rinuncia all’alcol non deve per forza rinunciare al sapore e alla qualità. Le nuove proposte del mercato permettono di godere di un’esperienza gustativa completa e soddisfacente, dimostrando che la rinuncia all’alcol non significa più una rinuncia al piacere del bere.
Mixology e Calici Detox: Una Nuova Sfida per i Bartender
Non più relegati a un angolo nascosto dei menu, i cocktail analcolici stanno guadagnando popolarità e rispetto, diventando una scelta di prima classe per molti consumatori e ponendo nuove sfide ai bartender di tutto il mondo. Secondo Nielsen, dal 2015 il settore delle bevande analcoliche e a bassa gradazione alcolica è cresciuto del 506%. Negli Stati Uniti, tra luglio 2021 e luglio 2022, sono stati introdotti 72 nuovi prodotti con zero alcol, tra cui birre, vini e distillati alcohol-free. Secondo IWSR Drinks Market Analysis, il mercato globale dei drink low alcohol e non-alcoholic dovrebbe crescere del 34% annuo fino al 2025.
Come abbiamo visto, questa crescita esponenziale non è solo una questione di salute, ma anche di gusto. Il mondo della mixology sta accogliendo con entusiasmo questa tendenza, creando cocktail che non solo soddisfano il palato ma offrono anche un’esperienza completa e appagante. Le bevande spirit free non sono più una semplice alternativa, ma una scelta di stile di vita consapevole, capace di coniugare piacere e benessere. Con un mercato in continua espansione e consumatori sempre più esigenti, il futuro dei drink dealcolati appare luminoso. La sfida per i bartender è aperta: creare drink che rispettino la tradizione, ma guardino al futuro con innovazione e creatività.