Due eventi, le Olimpiadi e Paralimpiadi, che da molto tempo rappresentano un evento globale di grande rilevanza, capace di catturare l’attenzione di milioni di persone in tutto il mondo.
Negli ultimi decenni, la diffusione dei social media ha trasformato profondamente il modo in cui questi eventi vengono seguiti, commentati e vissuti, portando alla nascita di nuove dinamiche di partecipazione e interazione tra spettatori, atleti e organizzatori.
Le Olimpiadi nella storia
Facciamo un passo indietro e vediamo come le Olimpiadi moderne hanno una storia che fonda le proprie radici nell’antica Grecia. I primi giochi Olimpici, infatti, si sono tenuti nel lontano 776 a.C. nella città di Olimpia, per rendere omaggio agli Dei, in particolare a Zeus. Inizialmente le gare si limitavano alla corsa, ma ben presto iniziarono ad aggiungersi anche altre discipline come pugilato, lotta e salto in lungo.
Queste olimpiadi durarono fino al 393 d.C., con l’avvento del Cristianesimo e dell’Impero Romano che non li vedeva di buon occhio.
Dobbiamo al barone francese Pierre de Coubertin, il merito di aver ripristinato le Olimpiadi ad Atene nel 1896 con l’obiettivo di promuovere la pace e l’amicizia tra i popoli attraverso lo sport, dopo ben 1500 anni!
A partire da quel momento, le Olimpiadi sono cresciute fino a diventare l’evento globale che tutti noi oggi conosciamo, con atleti da ogni parte del mondo che competono in numerose discipline, riflettendo lo spirito di unità e competizione internazionale.
Social media e Olimpiadi: come è cambiata la comunicazione
Tornando al giorno d’oggi, analizziamo come la comunicazione e lo svolgimento delle Olimpiadi si siano totalmente stravolti. Prima dell’avvento dei social media, le Olimpiadi erano coperte principalmente da emittenti televisive e giornali, che detenevano il controllo esclusivo su ciò che veniva mostrato e raccontato. Con la nascita di piattaforme come Instagram, TikTok o YouTube, invece, la comunicazione è diventata istantanea e accessibile a tutti.
I social media hanno così giocato un ruolo chiave nel definire la narrativa attorno agli eventi sportivi.
Il potere degli atleti come content creator
Una delle rivoluzioni portata dai social media è sicuramente la crescente importanza degli atleti come “influencer digitali”. Prima dell’era dei social, gli atleti olimpici erano visti principalmente come figure distanti, presenti solamente durante la trasmissione delle gare. Oggi, grazie alle piattaforme social, gli atleti hanno la possibilità di costruire e gestire direttamente il proprio brand personale, condividendo momenti della loro vita quotidiana, allenamenti, pensieri e successi con i loro follower, permettendo ai fan di avere un accesso senza precedenti ai pensieri e alle emozioni degli atleti in tempo reale.
Content creator sì, ma anche portatori di valori.
Un esempio è stata sicuramente Simone Biles, che ha utilizzato i social per parlare apertamente di tematiche importanti come la salute mentale. Questo tipo di trasparenza ha reso gli atleti non solo “gli invincibili eroi dello sport”, ma anche modelli di autenticità e umanità.
La partecipazione attiva del pubblico
In questo modo, i social media hanno reso possibile un’interazione diretta tra il pubblico e l’evento sportivo in modi prima impensabili. Gli spettatori non sono più semplici consumatori passivi di contenuti, ma partecipanti attivi in grado di esprimere le loro opinioni, condividere emozioni e contribuire alla creazione di contenuti virali.
Hashtag come #Olympics2024 o #Paralympics2024 hanno permesso a milioni di utenti di seguire e commentare in tempo reale le gare, creando una sorta di grande conversazione globale.
Paralimpiadi 2024: un’edizione di successo all’insegna dell’ironia e dell’inclusività
Parlando della creazione di contenuti virali non possiamo non soffermarci sul caso mediatico che hanno rappresentato quest’anno le Paralimpiadi.
Per la prima volta, le gare paralimpiche sono state trasmesse con una copertura completa su piattaforme digitali e televisive in tutto il mondo, permettendo a un pubblico più ampio di seguire gli atleti e appassionarsi alle loro storie.
La comunicazione che ad oggi viene fatta di questi giochi ha subito una trasformazione significativa negli ultimi anni, puntando sempre di più su messaggi di inclusività attraverso l’ironia con il solo obiettivo di rompere barriere e pregiudizi.
Invece di rappresentare gli atleti paralimpici come figure di compassione, molte campagne di comunicazione hanno adottato un tono più ironico e umoristico, mostrando questi sportivi non come disabili, ma come atleti. Il focus della comunicazione per la prima volta è stato lo sport e non la disabilità.
L’utilizzo di questo approccio serve a normalizzare e umanizzare questi atleti, distogliendosi dall’idea e dal racconto che in quanto disabili siano per forza supereroi o supereroine. Un esempio di questo tipo di comunicazione è stato dato dal profilo ufficiale Tiktok delle Paralimpiadi, centro di numerosi dibattiti tra chi ha amato l’utilizzo di questa ironia per normalizzare le persone disabili e chi invece lo ha trovato fuori luogo.
Ce lo spiega bene Wired in questo video
Che sia piaciuto o meno, è innegabile che sia stato un tipo di comunicazione che ha riscontrato un enorme successo. Con milioni di visualizzazioni e commenti, ha portato un’enorme attenzione sull’evento e sensibilizzato ulteriormente il pubblico su temi legati alla disabilità, mostrando come lo sport possa essere uno strumento efficace per promuovere una società più inclusiva.
Un’eredità di inclusività e innovazione per il futuro dello sport
Le Olimpiadi e Paralimpiadi 2024 di Parigi si chiudono quindi lasciando un’eredità importante, non solo per il mondo dello sport, ma per la società nel suo complesso. L’incredibile performance degli atleti, l’innovativa comunicazione e l’impegno per l’inclusività hanno ridefinito il modo in cui gli eventi sportivi vengono percepiti e vissuti dal pubblico globale. Un’edizione, che non solo ha celebrato il talento degli atleti, ma ha anche posto le basi per un futuro più inclusivo e consapevole.