Il futuro della mobilità. Sulla strada della decarbonizzazione

Le nuove tecnologie stanno trasformando radicalmente il trasporto, unendo estetica, funzionalità avanzate e rispetto dell’ambiente. Tuttavia, la transizione verso una mobilità più sostenibile non è più un'opzione, ma una necessità impellente. Per realizzarla, è fondamentale adottare nuovi vettori energetici e implementare servizi di trasporto avanzati, esplorando ogni tecnologia capace di ridurre le emissioni di carbonio. A livello mondiale, si stanno già percorrendo strade che puntano su energie rinnovabili, veicoli a emissioni zero e infrastrutture intelligenti, con l'obiettivo di creare un ecosistema di trasporti non solo efficiente, ma anche rispettoso del pianeta. Scopriamo insieme come questa rivoluzione stia prendendo forma.

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28 Settembre, 2024

Il destino della mobilità globale: l’accordo del G7

Durante l’ultimo vertice ministeriale dei Trasporti del G7, svoltosi a Milano nell’aprile 2024, i rappresentanti dei Paesi membri hanno siglato una dichiarazione di fondamentale importanza per il destino della mobilità globale. Il documento ha posto l’accento sulla necessità di sviluppare sistemi di trasporto non solo decarbonizzati, ma anche flessibili e robusti, capaci di adattarsi alle sfide geopolitiche e climatiche sempre più frequenti. Tuttavia, questo processo di trasformazione deve essere intrapreso garantendo una transizione che sia non solo ecologica, ma anche giusta dal punto di vista sociale ed economico. Una transizione che sia accessibile a tutti, efficiente nell’uso delle risorse, orientata ai risultati concreti e tecnologicamente neutrale.

In altre parole, per ottenere una significativa riduzione delle emissioni nel settore dei trasporti in tempi brevi, è indispensabile sfruttare tutte le soluzioni e i vettori energetici attualmente disponibili. Questo include l’energia elettrica, l’idrogeno e i biocarburanti, ciascuno dei quali offre potenzialità uniche e complementari nella corsa verso la decarbonizzazione.

Le auto elettriche domineranno la scena?

Il passaggio verso una mobilità sostenibile, favorito dall’espansione delle infrastrutture di ricarica elettrica, sta rapidamente trasformando le città moderne. Le auto elettriche, che in passato erano viste come una novità di nicchia, sono ora al centro di una rivoluzione globale volta a ridurre le emissioni nelle aree urbane. Secondo uno studio di McKinsey, si prevede che entro il 2030 i veicoli elettrici rappresenteranno circa il 50% delle nuove immatricolazioni globali. Questo aumento avrà un impatto significativo sulla qualità dell’aria nelle città, contribuendo a un ambiente urbano più sano e meno inquinato.

Tale previsione è supportata da ulteriori dati che mostrano una crescita accelerata delle vendite di veicoli elettrici negli ultimi anni. Tra il 2020 e il 2022, le vendite globali di mezzi elettrici sono aumentate di oltre il 90% negli Stati Uniti e in Europa, e di oltre il 300% in Cina. Questa rapida adozione è trainata non solo dalle regolamentazioni sempre più stringenti in materia di emissioni, ma anche dalla crescente domanda dei consumatori per soluzioni di trasporto più sostenibili. Tuttavia, per sopportare questa transizione, è essenziale continuare ad espandere le infrastrutture di ricarica, specialmente in aree meno densamente popolate, dove attualmente si registra un notevole divario.

Il veicolo elettrico del futuro: un concentrato di tecnologia avanzata

Addio ai comandi tradizionali, benvenuti i sistemi di controllo vocali e i design minimalisti. Il veicolo elettrico del futuro non sarà solo un mezzo di trasporto, ma un concentrato di tecnologia avanzata. Si prevede che entro il 2030 il 70% dei veicoli elettrici sarà dotato di comandi vocali e interfacce basate sull’intelligenza artificiale, rendendo la guida più intuitiva e sicura. Non si tratta solo di estetica, ma di funzionalità: immaginate di poter percorrere 900 km con una ricarica di soli 12 minuti. È un sogno che sta per diventare realtà grazie alle nuove batterie al litio-metallo, già in fase avanzata di sviluppo da parte di diverse aziende, come l’americana QuantumScape.

Dallo smartphone all’auto: la tecnologia cinese che trasforma la mobilità

Anche la Cina sta emergendo come leader indiscusso nel settore automobilistico, con giganti tecnologici come Baidu e Huawei che non si limitano più al campo delle telecomunicazioni, ma stanno ridefinendo il concetto stesso di mobilità. Grazie alla loro profonda esperienza in software e hardware, queste aziende stanno collaborando con produttori automobilistici tradizionali per creare veicoli che uniscono tecnologia all’avanguardia e ingegneria automobilistica avanzata. Secondo un rapporto di Gartner, nel 2023 la Cina ha rappresentato il 55% delle vendite globali di veicoli elettrici, un mercato spinto da giovani consumatori esperti di tecnologia e orientati alla sostenibilità.

In questo scenario, la trasformazione dell’automobile in un centro digitale interconnesso sta rapidamente guadagnando terreno. Marchi emergenti come Li Auto e Xpeng, fondati da pionieri della tecnologia, stanno rivoluzionando il mercato dei veicoli elettrici offrendo soluzioni che integrano software avanzati e servizi di intrattenimento, trasformando l’auto in un vero e proprio hub digitale mobile. Una ricerca di Nielsen rileva infatti che il 75% dei giovani consumatori cinesi considera la connettività uno dei principali fattori nella scelta di un veicolo elettrico, evidenziando come la tecnologia sia al centro della futura mobilità.

Vantaggi e sfide dei veicoli elettrici

I Veicoli Elettrici offrono alcuni vantaggi innegabili: emissioni zero, costi operativi ridotti e minore necessità di manutenzione rispetto ai veicoli a combustione interna. Tuttavia, permangono limitazioni come la ridotta autonomia, i tempi di ricarica più lunghi e la dipendenza da un’infrastruttura di ricarica ancora in via di sviluppo. Inoltre, la tecnologia delle batterie, pur essendo in continua evoluzione, solleva ancora importanti questioni riguardanti l’approvvigionamento sostenibile dei materiali e le pratiche etiche nella catena di fornitura. Le normative ambientali e legali rappresentano un altro ostacolo significativo, con leggi che variano ampiamente da paese a paese, creando un panorama complesso per i produttori che operano su scala internazionale.

Nonostante queste sfide, il mercato dei mezzi elettrici sembra comunque essere destinato a crescere esponenzialmente, e il loro impatto sulla società e sull’ambiente sarà profondo e duraturo.

Biocarburanti: l’alternativa immediata e sostenibile nella transizione energetica

Oltre ai veicoli elettrici, che rappresentano una soluzione promettente per la mobilità sostenibile, i biocarburanti emergono come un’alternativa valida e immediata nella lotta contro le emissioni di carbonio. Questi combustibili, prodotti da fonti rinnovabili come oli vegetali e scarti agricoli, stanno guadagnando attenzione come opzione concreta per ridurre l’impatto ambientale del settore dei trasporti.

A differenza dell’elettrificazione, i biocarburanti offrono un vantaggio immediato: possono essere utilizzati nei motori a combustione interna già esistenti, riducendo fino al 70% le emissioni di CO2 senza la necessità di modificare infrastrutture o veicoli. Questo aspetto è particolarmente cruciale per settori difficilmente elettrificabili, come l’aviazione e il trasporto marittimo, dove i Sustainable Aviation Fuels hanno già ridotto le emissioni del 10% nel 2023, secondo i dati dell’International Air Transport Association.

I biocarburanti rappresentano una soluzione transitoria ma indispensabile per sostenere la decarbonizzazione nel breve termine, mentre le tecnologie elettriche e a idrogeno continuano a evolversi. Con il settore dei trasporti responsabile del 23% delle emissioni globali di gas serra, l’integrazione dei biocarburanti con altre tecnologie emergenti è essenziale per una strategia di decarbonizzazione globale equilibrata.

Tutti i vantaggi del biocarburante

Ricavati da risorse che non competono con la filiera alimentare, come colture su terreni marginali e materiali di scarto organico, quali oli vegetali esausti e residui agro-forestali, i biocarburanti presentano una composizione chimica molto simile a quella dei combustibili fossili. Questa caratteristica permette la loro introduzione diretta nei motori a combustione interna già esistenti, eliminando la necessità di investimenti in nuove infrastrutture.

L’aspetto pratico dei biocarburanti rappresenta un vantaggio significativo: consente di sfruttare le infrastrutture esistenti, riducendo al minimo i costi e accelerando la transizione verso un sistema di trasporto più sostenibile. In un contesto in cui l’industria automobilistica e i settori correlati sono chiamati a ridurre rapidamente le loro emissioni, questi combustibili offrono pertanto una soluzione immediata e praticabile, colmando il divario tra le tecnologie attuali e gli obiettivi futuri di neutralità carbonica.

La rivoluzione circolare nella riduzione delle emissioni

L’utilizzo di materie prime che altrimenti verrebbero scartate conferisce ai biocarburanti un ulteriore valore aggiunto in termini di economia circolare, trasformando rifiuti in risorse preziose. Questa capacità di unire sostenibilità ambientale ed efficienza economica li rende una componente essenziale della strategia globale per la riduzione delle emissioni di gas serra e per la costruzione di un futuro energetico più equilibrato.

Uno degli aspetti più rivoluzionari di questi carburanti è inoltre la loro capacità di “riciclare” l’anidride carbonica. La CO2 rilasciata durante la combustione dei biocarburanti è, infatti, la stessa che la biomassa utilizzata come materia prima aveva assorbito durante la sua crescita. Questo ciclo chiuso conferisce ai biocarburanti lo status di carburanti “circolari”, che contribuiscono a un bilancio neutro di emissioni di carbonio.

Tra i biocarburanti più promettenti vi è l’HVO; Hydrotreated Vegetable Oil, (olio vegetale idrogenato), capace di ridurre immediatamente le emissioni di gas a effetto serra nel settore dei trasporti. Non si limita solo al trasporto su strada, ma è già oggi una realtà utilizzabile nei settori dell’aviazione, della navigazione marittima e del trasporto ferroviario. La sua compatibilità con le infrastrutture esistenti e la possibilità di utilizzarlo in purezza nei motori predisposti, senza richiedere modifiche significative o aumentare i costi di manutenzione, ne fanno una risorsa immediatamente accessibile e di grande valore strategico.

Secondo i criteri di calcolo delle emissioni stabiliti dalle nuove normative europee, come la Direttiva sulle energie rinnovabili, l’unica CO2 da considerare nel ciclo di vita dei biocarburanti è quella legata alla loro produzione, trasformazione e trasporto, oltre alle eventuali emissioni derivanti dalla coltivazione delle materie prime. Questo approccio consente una riduzione complessiva delle emissioni, calcolata sull’intera catena del valore, con percentuali che variano dal 60% al 90% rispetto ai combustibili fossili tradizionali, a seconda del tipo di feedstock utilizzato. Un risultato che rende i biocarburanti non solo una scelta etica e sostenibile, ma anche una delle più efficaci soluzioni per la lotta al cambiamento climatico.

Le proiezioni globali e il ruolo cruciale dei biocarburanti nella transizione energetica

L’Agenzia Internazionale dell’Energia, che rappresenta trentuno nazioni, ha sottolineato l’importanza determinante dei biocarburanti per ridurre le emissioni di carbonio nel settore dei trasporti. Secondo un rapporto recente dell’AIE, per centrare gli obiettivi globali di decarbonizzazione entro il 2050, la produzione di biocarburanti dovrà aumentare di oltre il 300%. Questa espansione è essenziale non solo per i veicoli leggeri, ma soprattutto per autocarri, navi e aerei, per i quali le alternative sostenibili sono ancora limitate.

Per sostenere questa crescita, è indispensabile un forte impegno in termini di investimenti pubblici e privati. La Commissione Europea stima che saranno necessari più di 100 miliardi di euro entro il 2030 per potenziare la capacità produttiva e ottimizzare l’efficienza della filiera dei biocarburanti. Questo include l’espansione delle infrastrutture di produzione e lo sviluppo di tecnologie avanzate di raffinazione.

In un contesto in cui il settore dei trasporti è responsabile del 23% delle emissioni globali di gas serra, l’adozione su larga scala dei biocarburanti rappresenta una delle soluzioni più pragmatiche e accessibili per ridurre l’impatto ambientale e costruire un futuro più verde ed equo.

La Direttiva RED III: l’Europa in marcia verso un futuro energetico sostenibile

L’Unione Europea ha fatto un ulteriore passo avanti nella sua strategia di decarbonizzazione con l’aggiornamento della Direttiva per la Promozione delle Energie Rinnovabili, nota come RED III, a novembre 2023. Questa direttiva rappresenta un pilastro fondamentale per la transizione energetica del settore dei trasporti entro il 2030.

La RED III offre agli Stati membri due opzioni per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione: garantire che almeno il 29% del consumo finale di energia nei trasporti provenga da fonti rinnovabili, oppure ridurre del 14,5% l’intensità delle emissioni di gas serra dei carburanti rispetto ai livelli attuali. La direttiva impone inoltre che i fornitori di carburanti includano una quota crescente di biocarburanti avanzati e carburanti rinnovabili non di origine biologica, con obiettivi specifici fissati per il 2025 e il 2030.

Questa normativa non solo accelera l’adozione delle energie rinnovabili, ma incoraggia anche lo sviluppo tecnologico necessario per affrontare le sfide del cambiamento climatico. La RED III non è solo un quadro regolamentare, ma un manifesto politico che traccia il percorso verso un’Europa più verde e resiliente, dove la sostenibilità energetica è al centro delle politiche future.

Innovazioni sostenibili per aviazione e trasporto marittimo: l’impatto dei nuovi regolamenti europei

Come abbiamo visto, l’Europa sta avanzando in prima linea nella transizione verso un futuro sostenibile, imponendo nuovi regolamenti che mirano a ridurre drasticamente le emissioni di carbonio nei settori dell’aviazione e del trasporto marittimo. Questi settori, notoriamente difficili da decarbonizzare, sono ora oggetto di una profonda trasformazione grazie a politiche innovative che spingono verso l’adozione di carburanti a basso impatto ambientale.

ReFuelEU Aviation è uno dei regolamenti più significativi, che delinea un percorso preciso per l’integrazione di carburanti sostenibili nel settore aereo. Gli obiettivi sono ambiziosi: si parte con un minimo del 2% entro il 2025, per arrivare al 6% nel 2030 e fino a un notevole 70% entro il 2050. Questo piano include un focus particolare sui carburanti di origine sintetica, o e-fuel, prodotti esclusivamente con materie prime indicate nell’Annex IX della direttiva europea e con un limite massimo del 3% per colture non destinate all’alimentazione umana o animale.

Nel settore del trasporto marittimo, invece, il regolamento FuelEU Maritime si concentra sulla riduzione dell’intensità carbonica delle navi, incentivando l’uso di biocarburanti avanzati che non provengano da fonti alimentari o zootecniche. Questi biocarburanti, grazie alla loro origine biogenica, offrono il vantaggio di emissioni nette di CO2 pari a zero durante l’uso, rendendoli una soluzione particolarmente adatta per un settore con poche alternative sostenibili.

A livello globale, lo scenario delineato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia prevede che, entro il 2030, i biocarburanti costituiranno una quota significativa del carburante utilizzato nei trasporti aerei e via mare. Precisamente il 10% per l’aviazione e l’8% per il trasporto marittimo: una crescita impressionante rispetto alle percentuali quasi nulle del 2022. Questo sviluppo non solo dimostra la necessità urgente di ridurre l’impatto ambientale di questi settori, ma anche l’efficacia dei regolamenti europei nel guidare la transizione verso un futuro energetico più sostenibile.

Dal car sharing all’infrastruttura energetica: la mobilità sostenibile che trasforma le città del Futuro

La mobilità sostenibile non riguarda solo la scelta delle fonti energetiche, che spaziano dall’elettrico ai biocarburanti, ma abbraccia una trasformazione profonda delle modalità di spostamento. Nelle aree urbane, innovazioni come il car sharing e il car pooling offrono soluzioni efficaci per ridurre il numero di veicoli privati in circolazione, alleviando così la congestione stradale e abbattendo l’inquinamento. Questi servizi non solo migliorano la qualità dell’aria e fluidificano il traffico, ma offrono anche vantaggi tangibili agli utenti, come l’accesso facilitato alle zone a traffico limitato (ZTL) e parcheggi riservati.

Queste modalità di spostamento si integrano perfettamente con il trasporto pubblico, contribuendo a creare una mobilità urbana più efficiente e interconnessa. Il car sharing, ad esempio, consente di noleggiare un’auto per periodi brevissimi, anche solo per pochi minuti, rispondendo con flessibilità alle esigenze dei cittadini moderni. Il car pooling, invece, promuove la condivisione del veicolo e dei costi tra più persone, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale. Entrambi i servizi incarnano un modello di mobilità “circolare”, che sposta il focus dalla proprietà del mezzo al servizio di trasporto, incentivando un utilizzo più razionale ed efficiente delle risorse.

Indipendentemente dalla proprietà o condivisione del veicolo, l’automobile continuerà a necessitare di un’infrastruttura adeguata per il rifornimento o la ricarica, soprattutto per i veicoli elettrici plug-in. Pertanto, è essenziale che le città si dotino di una rete capillare di colonnine di ricarica elettrica e che le stazioni di servizio siano attrezzate per offrire una gamma completa di nuovi vettori energetici: dall’elettricità al gasolio rinnovabile, dal biometano al bio-GPL, fino all’idrogeno.

Questa trasformazione non rappresenta solo un aggiornamento tecnologico, ma un vero e proprio cambiamento di paradigma, che richiede una visione lungimirante e una pianificazione integrata. La città del futuro dovrà essere concepita come un ecosistema in cui ogni componente della mobilità, dall’energia ai servizi, sia interconnessa e orientata verso un obiettivo comune: ridurre l’impatto ambientale.