Second-Hand is the new Chic? La Moda pre-loved ridisegna le tendenze dello stile

In un'epoca in cui l'eco della sostenibilità risuona con forza nei corridoi dell'industria fashion, il fenomeno del second-hand si impone come una delle tendenze più promettenti e rivoluzionarie del settore. Una “pratica antica” che oggi trova nuova vita e significato, propellendo l'abbigliamento e gli accessori già amati al centro di un movimento globale che ridefinisce non solo il concetto di moda, ma anche quello di lusso, inclusività e responsabilità ambientale.

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04 Marzo, 2024

Dopo aver esplorato il modo in cui questa moda sia la prediletta dalle nuove generazioni, nell’articolo “Generazione Alpha e il Nuovo Consumismo. Tendenze di consumo dei Nativi Digitali del 2010 e oltre” – abbiamo voluto approfondire come il second-hand stia non solo offrendo una seconda vita a capi dimenticati, ma anche contribuendo a costruire un futuro della moda più etico.

Un mercato in espansione

L’ascesa del second-hand è una rivoluzione sostenibile che proietta la moda del passato nel futuro, attraverso un percorso intriso di storie, qualità e consapevolezza. Mai come oggi, abbigliamento e accessori con una vita alle spalle hanno scoperto una rinascita così vibrante, diventando protagonisti di un business in espansione che genera tendenze e attira gli occhi più insospettabili. Valutato tra i 100 e i 120 milioni di dollari, questo mercato si prospetta in crescita del 20-30% annuo, evidenziando un trend inarrestabile. Gli acquirenti, spinti da una varietà di proposte, si orientano sempre più verso il pre-owned, attratti non solo dal vantaggio economico ma anche dall’impegno verso la sostenibilità, dalla ricerca di un’esperienza d’acquisto unica e dalla fluidità di genere che questi capi offrono.

Le principali Vetrine del Second-Hand

Il fenomeno del second-hand si manifesta attraverso diverse vetrine, dalle piattaforme online di fama globale come Vestiaire Collective, a boutique di vintage sparse nelle grandi città, fino ai più tradizionali mercatini. Ogni spazio, fisico o virtuale, si posiziona strategicamente per soddisfare la domanda crescente, offrendo articoli per tutte le tasche e provenienze, diventando luoghi di scoperta per gli appassionati di moda.

Tra questi, Vinted spicca per la sua vasta offerta e facilità di uso, rendendo il vintage accessibile a tutti. Non meno rilevanti sono i mercati del vintage, come l’iconico East Market di Milano, che hanno reinventato il concetto di mercatino delle pulci.

Questi eventi, che uniscono pezzi d’archivio a creazioni di nuovi stilisti con un approccio artigianale, offrono una visione moderna e ricercata del second-hand, dimostrando che la moda sostenibile non è solo una scelta etica, ma anche un’affermazione di stile e individualità.

La Coscienza dello Stile

Nel cuore pulsante del consumo consapevole, l’acquisto di indumenti e accessori second-hand si configura non più come un’alternativa marginale, ma come una scelta intenzionale e riflessiva, un vero e proprio manifesto etico. I motivi che spingono i consumatori a orientarsi verso il pre-loved si inscrivono in un contesto globale dove la consapevolezza ambientale, l’urgenza di fronteggiare il riscaldamento globale, la preoccupazione per l’inquinamento e la critica allo sfruttamento delle risorse umane non sono più temi trascurabili. Al di là del semplice risparmio economico, vi è un risveglio collettivo verso scelte di consumo più sostenibili e moralmente fondate.

Inoltre, i seguaci della moda, tradizionalmente fedeli al cambiamento stagionale e alle mutevoli correnti del design, hanno scoperto nell’usato un tesoro inesauribile. L’usato diviene non solo un’opzione, ma una dichiarazione di stile personale e un impegno verso pratiche più rispettose dell’ambiente. Il vintage, in particolare, offre un’esperienza di acquisto unica, diversa da quella del nuovo. La scelta di un capo vintage si fonda su criteri che valutano lo stato di conservazione, il giusto rapporto qualità-prezzo, il valore storico, la rarità e, innegabilmente, il gusto personale.

Contro la produzione di massa

L’approccio al second-hand si allontana dalle solite dinamiche dettate dalla produzione di massa, dalle taglie standardizzate che hanno subito cambiamenti nel tempo e dalle tradizionali divisioni di genere nel vestiario. Il risultato è un ampliamento delle possibilità creative, dove le combinazioni possono essere sorprendentemente audaci. Pensiamo a giacche oversize abbinate a gonne a tubino, jeans a vita alta uniti a pellicce di visone che narrano decadi di moda, cappelli di ogni foggia e nuance, stivaletti in pelle vissuta, foulard di seta con stampe d’altri tempi – tutti elementi che insieme formano ensemble unici e ricchi di personalità. L’acquisto di articoli second-hand diventa un modo per indossare un’epoca e la storia personale di chi ci ha preceduto, in un ciclo continuo di rinascita e riscoperta. Con ogni acquisto, il consumatore fa una piccola, ma significativa, rivoluzione contro lo spreco e l’omologazione, ridando valore al singolo capo e, in un certo senso, alla moda stessa.

L’Influenza dei Social nel Second-Hand

Abbiamo visto come l’industria della moda si trovi a un bivio storico, dove il futuro si intreccia con il passato in un dialogo sostenibile che sta riscrivendo le regole del lusso e dello stile. E che dire delle nuove generazioni?  Informate e sensibilizzate sugli impatti ambientali derivanti da pratiche di consumo insostenibili, si stanno orientando con determinazione verso scelte più etiche, che divulgano e sostengono anche nei loro profili social. In un’epoca digitale dominata dai social media, dove ogni scelta di stile può diventare virale, il vintage non è solo un ritorno alle origini, ma un trend sempre più discusso e apprezzato, sia online che nelle strade delle nostre città.

Un fenomeno significativo in questo senso è il crescente successo di influencer come il TikToker Poorasfuckstreetwear, che con oltre 60 mila follower dimostra come stile e sostenibilità possano andare di pari passo. La sua popolarità testimonia l’interesse crescente per un consumo di moda responsabile e accessibile. «Se hai stile non hai bisogno di soldi per vestirti bene e alla moda» afferma, sottolineando che l’attrattiva dell’usato non è sfuggita nemmeno a coloro che un tempo promuovevano… il fast fashion.

Brand-à-porter

Sono sempre di più i Brand della Moda che si stanno adattando alla crescita del Second-Hand. Per citarne uno, Zara, colosso dell’abbigliamento prêt-à-porter che ha preso atto di questa tendenza lanciando in 14 paesi europei una piattaforma per la rivendita, riparazione e donazione di abbigliamento usato, dimostrando che il lusso del futuro è riciclato. In questa ottica, la moda pre-owned non è semplicemente una scelta di convenienza, ma diventa un manifesto di un sistema che ambisce a chiudere il cerchio del consumo, bilanciando le necessità degli acquirenti con i loro doveri verso il pianeta. È un movimento che sfida il concetto stesso di tendenza, cercando di stabilire un nuovo modello di consumo, più consapevole e meno impattante. L’obiettivo non è soltanto offrire una seconda vita agli indumenti, ma creare un circolo virtuoso che possa influenzare positivamente l’industria nel suo insieme, promuovendo un cambiamento che possa durare nel tempo, ben oltre la natura effimera delle mode.

Un Pubblico più trasversale

Come abbiamo visto, il mercato del second-hand e del resale di lusso si sta affermando come una delle forze più dinamiche e in rapida ascesa nel panorama della moda contemporanea. Le proiezioni di ThredUp e GlobalData evidenziano una traiettoria impressionante, prevedendo un salto a 350 miliardi di dollari entro il 2027 a livello globale, con una fetta di 70 miliardi solo negli Stati Uniti, raddoppiando le stime dell’anno precedente.

Le opportunità sono molteplici: i marchi di lusso possono allargare il loro pubblico, attirando anche quella fascia di reddito medio che, stretta dalle maglie di una crisi economica, è sempre più riluttante nell’acquistare beni nuovi a prezzo pieno. I consumatori, dal canto loro, trovano nel second-hand una via per accedere a beni prestigiosi senza gravare eccessivamente sul budget. E non da meno, gli intermediari, specialmente le piattaforme di rivendita online, stanno conoscendo una fase di proliferazione e successo senza precedenti.

Le Sfide del Second-Hand

Tuttavia, il settore deve affrontare sfide significative. La questione dell’autenticità e della provenienza dei beni rimane un punto critico, così come la necessità di garantire la sostenibilità e la trasparenza lungo l’intera catena del valore. Inoltre, la resistenza al cambiamento da parte di alcuni settori tradizionalisti della moda, insieme al mantenimento del valore dei beni nel tempo, sono ostacoli non trascurabili.

Il cammino verso un’affermazione definitiva del resale di lusso e della moda second-hand è ancora in salita, ma l’entusiasmo del mercato e la crescente sensibilità dei consumatori verso pratiche di consumo sostenibili suggeriscono che potremmo essere all’alba di una nuova era per la moda di lusso, un’era in cui l’eleganza incontra l’etica e dove il passato può effettivamente illuminare il cammino verso il futuro.

La pesante eredità del Fast Fashion

L’illusione che il resale possa essere una panacea si scontra con la realtà del fast fashion. Marchi come H&M, Zara e Shein, presenti su piattaforme come Vinted e Depop, popolano il mercato dell’usato. Tuttavia, la vendita di capi a basso costo spesso non giustifica i costi di spedizione e le spese di gestione, senza contare l’impatto ambientale derivante dal trasporto. Inoltre, il rivendere prodotti di qualità inferiore si traduce soltanto in un rinvio del problema dello smaltimento, dato che la maggior parte di questi capi, composti da fibre sintetiche, non sono adatti al riciclo. Di conseguenza, piattaforme come ThredUp e Vestiaire Collective hanno iniziato a scoraggiare la vendita di fast fashion, cercando di limitarne la presenza.

L’Indiscutibile charme del negozio fisico

Nonostante l’ascesa dell’e-commerce, il negozio fisico detiene ancora il suo appeal, particolarmente nel mondo del vintage e del second-hand. La ricerca di un capo unico, l’emozione della scoperta e l’esperienza tattile sono aspetti irrinunciabili per molti appassionati. Inoltre, la prova fisica del capo e la mancanza di alternative di taglia rendono l’esperienza in negozio insostituibile. E mentre alcune case di moda hanno abbracciato il potenziale del resale, altre, come LVMH, continuano a concentrarsi sulla vendita di prodotti nuovi, indicando che il settore del lusso mantiene un impegno limitato nella rivendita, consolidando l’importanza del commercio tradizionale di articoli di lusso

Nell’epoca del riuso consapevole, il second-hand non è solo una moda passeggera, ma una dichiarazione di intenti per un mondo che anela a vestire i canoni di un lusso responsabile e di una moda con memoria. È un invito a unire stile e sostenibilità, a trasformare ogni acquisto in un atto ricco di significato.

Questo non è semplicemente il recupero di ciò che è stato, ma un processo creativo che valorizza ogni tessuto e ogni cucitura con la promessa di un domani più verde. In questo viaggio verso la riscoperta di un’eleganza etica e duratura, siamo stati felici di accompagnarvi, con la speranza di aver ispirato una visione più profonda della moda e del suo impatto sul nostro pianeta.