Social e Sostenibilità: come le piattaforme e i “Greenfluencer” stanno cambiando i consumi

Nell’era digitale, i social media si ergono a pilastri imprescindibili della comunicazione globale, intrecciando una rete di connessioni che trascende barriere geografiche e culturali. Tuttavia, queste piattaforme portano con sé un dualismo intrinseco: se da un lato promuovono valori etici e comportamenti sostenibili, dall’altro contribuiscono al problema che cercano di risolvere.

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08 Gennaio, 2025

Unilever, colosso mondiale nella distribuzione di beni di consumo, ha recentemente sottolineato, attraverso uno studio condotto in diversi mercati, l’efficacia dei social media nel veicolare messaggi legati alla sostenibilità ambientale e sociale. I social non sono semplici strumenti di intrattenimento, ma catalizzatori di cambiamenti comportamentali, capaci di sensibilizzare milioni di persone sull’urgenza di adottare pratiche più consapevoli.

Eppure, il paradosso è evidente. TikTok, ad esempio, piattaforma che domina l’ecosistema dei contenuti brevi, è al tempo stesso strumento di sensibilizzazione e fonte di inquinamento digitale. Secondo lo studio, ogni minuto trascorso scrollando su TikTok genera 2,63 grammi di CO2, un dato che invita a riflettere sull’impatto ambientale di attività apparentemente innocue.

Social Media e sostenibilità: pratiche green e contraddizioni ambientali

Il legame tra social media e sostenibilità si rivela una questione complessa e intrinsecamente controversa. Secondo l’indagine condotta da Unilever nei mercati di Regno Unito, Stati Uniti e Canada, il 78% degli intervistati ritiene che le piattaforme social siano i canali più efficaci per promuovere comportamenti sostenibili, superando strumenti tradizionali come documentari (48%), articoli di stampa (37%) e campagne istituzionali (20%). Questo dato evidenzia la straordinaria capacità delle piattaforme digitali di raggiungere un vasto pubblico, diffondendo valori etici legati alla sostenibilità ambientale e sociale.

Eppure, il loro stesso funzionamento incarna un paradosso. Secondo la società britannica Compare The Market, il digitale produce un impatto ambientale superiore a quello degli aerei. Mentre l’industria aeronautica contribuisce al 2% delle emissioni globali di CO2, il digitale raggiunge il 4%, e la metà di questo deriva direttamente dai social media. Ogni utente trascorre in media 2 ore e 24 minuti al giorno sui social, producendo 165,5 grammi di CO2 quotidiani, equivalenti a un’auto che percorre 1,4 chilometri.

A livello annuale, ogni utente genera circa 60 kg di anidride carbonica, l’equivalente di un’auto che percorre 535 chilometri. Quando queste cifre vengono moltiplicate per gli oltre 4 miliardi di utenti giornalieri di smartphone, si arriva a un totale impressionante: 262 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, pari allo 0,61% dell’impatto globale.

Questi numeri svelano l’ambiguità intrinseca dei social media: strumenti potenti per sensibilizzare sulle questioni ambientali, ma al contempo responsabili di un significativo contributo all’inquinamento globale. È dunque imperativo che queste piattaforme adottino misure concrete per ridurre il loro impatto, dimostrando coerenza rispetto ai valori che promuovono. Allo stesso modo, i consumatori devono essere consapevoli del costo ambientale della loro attività digitale, trasformando l’uso dei social in un’occasione per promuovere una vera sostenibilità.

Il caso Sblind: il primo social sostenibile al mondo è italiano

Negli ultimi anni stanno nascendo piattaforme che non si limitano a promuovere contenuti eco-friendly, ma adottano modelli di business fondati sulla sostenibilità. Tra queste, Sblind si distingue come un pioniere nell’integrazione della sostenibilità nel cuore delle proprie operazioni. Nata nel 2017 come spazio di scambio informativo tra aziende, sotto la guida di Francesco Bertuletti, la piattaforma è stata rilanciata nel 2022 con l’ambizione di diventare il primo social network completamente sostenibile al mondo.

La piattaforma adotta misure concrete per limitare le dipendenze digitali e favorire interazioni più significative, riducendo il tempo di utilizzo giornaliero a 90 minuti grazie alla funzione Social Time. Inoltre, Sblind introduce la Love List, che limita a 100 il numero di contatti che un utente può seguire, incentivando una connettività più autentica e consapevole.

Il vero punto di forza di Sblind, però, risiede nel suo impegno verso l’ambiente. Parte dei contributi pagati dagli account business viene reinvestita in crediti di carbonio, con l’obiettivo di compensare le emissioni generate dalla piattaforma stessa. Gli utenti attivi vengono premiati con un rating di sostenibilità, che misura l’impatto positivo delle loro azioni digitali e la quantità di CO2 risparmiata.

Questa nuova visione dei social media dimostra il potenziale di queste piattaforme nel sensibilizzare e educare il pubblico sulle tematiche ambientali. Attraverso la condivisione di consigli, esperienze e iniziative, i social media possono influenzare positivamente i comportamenti quotidiani, spingendo verso scelte più sostenibili. Tuttavia, la transizione verso un’era di consapevolezza digitale richiede anche una maggiore sobrietà nell’uso delle risorse digitali. Ridurre i messaggi superflui, come un semplice “ciao” o “buongiorno”, e limitare i post non necessari può contribuire a ridurre l’impatto ambientale.

La Sostenibilità passa dal feed

TikTok e Instagram si affermano come piattaforme fondamentali per incentivare comportamenti sostenibili. Secondo recenti studi, l’83% degli intervistati considera queste piattaforme fonti affidabili per ricevere consigli su uno stile di vita eco-friendly, mentre il 78% le identifica come il canale più efficace per spingere verso azioni concrete, superando documentari televisivi (48%), articoli di giornale (37%) e campagne governative (20%).

A conferma di questo trend, Unilever ha condotto uno dei più grandi studi mai realizzati nel settore, in collaborazione con il Behavioural Insights Team (BIT) e nove influencer eco-consapevoli provenienti da Regno Unito, Stati Uniti e Canada. Il progetto ha simulato esperienze social reali per testare l’impatto dei contenuti sulla riduzione di sprechi alimentari e plastici, due dei principali comportamenti in grado di diminuire l’impronta di carbonio individuale.

Gli influencer, selezionati per la loro autenticità e capacità di coinvolgere il pubblico, hanno collaborato con brand iconici come Dove e Hellmann’s, producendo 30 contenuti distinti. I post sono stati suddivisi in base al tono adottato: “pragmatico,” con dati e statistiche sul problema, e “ottimista,” che proponeva soluzioni pratiche con un registro leggero e talvolta ironico. Entrambi i contenuti si sono dimostrati efficaci: il 75% delle persone che li hanno visualizzati si è dichiarato motivato ad agire, mentre il 70% di chi ha visto contenuti pragmatici e il 61% di chi ha visto contenuti ottimisti ha effettivamente messo in pratica cambiamenti, come riutilizzare la plastica o acquistare prodotti ricaricabili.

Questo studio, che ha coinvolto oltre 6.000 partecipanti, dimostra che anche i contenuti sponsorizzati possono essere percepiti come autentici e informativi, se ben costruiti. Inoltre, i test hanno rilevato che le persone apprezzano un mix di dati concreti e consigli pratici: elementi che stimolano un cambiamento immediato e tangibile nei comportamenti quotidiani.

Il messaggio è chiaro: con il supporto di creator capaci di comunicare in modo efficace e di brand visionari, i social media non sono solo strumenti di intrattenimento, ma piattaforme educative di massa. Tradurre messaggi complessi in azioni quotidiane non è più un’utopia: la sostenibilità passa, letteralmente, dal feed.

Come i brand possono guidare il cambiamento ambientale e incrementare le vendite

Con oltre 4,9 miliardi di utenti attivi su piattaforme come Facebook, Instagram, LinkedIn, Twitter e TikTok, i social media rappresentano una forza inarrestabile nel modellare la percezione pubblica e guidare i comportamenti collettivi. Utilizzarli responsabilmente per promuovere pratiche sostenibili, pubblicizzare sforzi ecologici e sensibilizzare su tematiche ambientali non è più solo un’opzione: è una necessità strategica per aziende e istituzioni. Questo approccio, definito social media sustainability, si fonda su tre pilastri chiave: educazione, autenticità e impatto reale.

I movimenti per la sostenibilità hanno trovato nei social media un terreno fertile. Hashtag come #plasticfree, #zerowaste e #sustainableliving hanno generato milioni di conversazioni, mobilitando individui e comunità verso un cambiamento concreto. Strumenti come petizioni online, giornalismo cittadino e iniziative educative hanno dimostrato come un semplice post possa innescare una pressione collettiva su aziende e governi, portandoli a intraprendere azioni decisive. Le campagne di influencer, in particolare, hanno il potere di amplificare questi messaggi, trasformando temi complessi in contenuti accessibili e condivisibili.

Per le imprese, integrare la sostenibilità nei social media non è solo una questione di responsabilità sociale, ma una leva competitiva. Numerosi studi dimostrano che i consumatori, soprattutto le giovani generazioni, preferiscono spendere di più per prodotti e servizi offerti da brand che dimostrano un autentico impegno verso l’ambiente. Comunicare iniziative come la riduzione delle emissioni, l’adozione di materiali riciclati o il supporto a comunità locali attraverso campagne social ben orchestrate può rafforzare l’immagine aziendale e creare una connessione più profonda con il pubblico.

Tuttavia, autenticità e trasparenza sono fondamentali. I consumatori moderni sono esperti nel riconoscere il “greenwashing” e puniscono severamente le aziende che utilizzano la sostenibilità come mero strumento di marketing. Al contrario, premiano quelle che adottano pratiche concrete e comunicano in modo chiaro e onesto i progressi compiuti e le sfide ancora da affrontare. La fiducia si costruisce mostrando azioni tangibili e un impegno genuino, non attraverso promesse vuote.

Best “Green influencer” italiani: ecco i paladini della sostenibilità su Instagram

Nel panorama digitale italiano, emergono figure di spicco che, con la loro passione e competenza, promuovono uno stile di vita più sostenibile. Questi green influencer utilizzano Instagram come piattaforma per sensibilizzare, educare e ispirare i propri follower ad adottare pratiche eco-friendly. Questi creator stanno trasformando i social media in strumenti per il cambiamento, offrendo ispirazione e soluzioni concrete. Con un approccio trasparente e autentico, contribuiscono a sensibilizzare milioni di utenti verso uno stile di vita sostenibile, dimostrando che anche il digitale può essere una forza positiva per il pianeta. Ecco alcune delle voci più influenti del movimento green italiano:

Camilla Mendini (@carotilla)
Camilla è una pioniera della sostenibilità nel settore della moda. Attraverso il suo profilo, promuove la consapevolezza sull’impatto ambientale dell’industria tessile e incoraggia scelte etiche e consapevoli, come l’acquisto di capi vintage e il supporto a brand sostenibili.

Giorgia Pagliuca (@ggalaska)
Giorgia, meglio conosciuta come Ggalaska, ispira i suoi follower con consigli pratici per adottare uno stile di vita eco-friendly. Condivide guide utili su come ridurre i rifiuti, adottare pratiche di riciclo e vivere in armonia con il pianeta.

Luca Talotta (@lucatalotta)
Luca, giornalista e attivista ambientale, utilizza la sua piattaforma per sensibilizzare il pubblico su questioni cruciali come il cambiamento climatico e l’energia pulita. I suoi post sono un mix di dati scientifici e storytelling per educare e coinvolgere.

Alessandro Gassmann (@alessandro_gassmann_official)
Famoso per la sua carriera cinematografica, Alessandro utilizza la sua notorietà per dare voce alle cause ambientali. Condivide iniziative green, promuove stili di vita sostenibili e invita il pubblico a riflettere sul proprio impatto ecologico.

Carlotta Perego (@cucinabotanica)
Carlotta è un punto di riferimento per chi vuole scoprire la cucina a base vegetale. Attraverso ricette semplici e gustose, dimostra come un’alimentazione sostenibile possa essere accessibile e deliziosa, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale.

Alice Pomiato (@alicepomiato)
Alice racconta la sostenibilità con un approccio creativo e accessibile. Dai consigli sul riciclo alla moda sostenibile, il suo obiettivo è rendere le pratiche green alla portata di tutti, ispirando un pubblico eterogeneo. Alice è stata anche ospite in uno dei nostri primi NOOO Talking nell’estate 2023, qui di seguito lo speciale dedicato a quell’evento.

Silvia Moroni (@parlasostenibile)
Silvia è una divulgatrice che affronta temi ambientali complessi con un linguaggio semplice e diretto. Il suo profilo è una guida per chi vuole iniziare un percorso verso uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente.

Camilla Agazzone (@camilla.agazzone)
Camilla è un’influencer che combina la passione per la moda con il rispetto per l’ambiente. I suoi contenuti educano i follower sulle alternative sostenibili nella moda, promuovendo brand etici e pratiche di consumo consapevoli.

Andrea Grieco (@andreagrieco)
Andrea è un attivista che si dedica a diffondere consapevolezza sui cambiamenti climatici. I suoi contenuti variano da approfondimenti scientifici a consigli pratici per ridurre l’impronta ecologica, ispirando azioni concrete.

Ottavia Belli (@ottaviabelli)
Ottavia esplora il tema della sostenibilità con un focus sulla biodiversità e la protezione degli ecosistemi. Il suo profilo è un viaggio tra natura, educazione e iniziative ambientali che mirano a sensibilizzare e ispirare.

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