Come abbiamo già avuto modo di indagare con i nostri precedenti articoli: Fake News: Decifrare il Codice della Disinformazione nell’Era digitale. Pericoli, soluzioni e dinamiche delle notizie false in rete – e Welcome to Favelas e il futuro dei media. Intervista al fondatore Massimiliano Zossolo sulle nuove regole dell’informazione online – In un’epoca sovraccarica di informazioni, dove distinguere tra fatti reali e fake news diventa una sfida quotidiana, il giornalismo social si impone come punto di svolta verso una comunicazione più autentica e inclusiva. Piattaforme innovative come Factanza in Italia e Will Media, insieme ad altri progetti più “umoristici” come Ugolize (ex Legolize), non sono solo una risposta alla crescente diffidenza nei confronti dei media tradizionali, ma incarnano il desiderio collettivo di un coinvolgimento diretto del pubblico nel tessuto informativo. Questi spazi non solo garantiscono l’accuratezza dei contenuti, ma invitano il pubblico a partecipare attivamente, trasformando ogni utente in un potenziale difensore della verità.
In questa nuova era del giornalismo, l’informazione si democratizza, diventando così uno strumento nelle mani di tutti. Vuoi saperne di più? In questo nostro nuovo contributo, vogliamo approfondire come il giornalismo social stia ridisegnando i confini dell’informazione.
I numeri dell’Informazione Social
L’era digitale ha radicalmente trasformato il modo in cui accediamo e consumiamo le notizie. I confini tradizionali del giornalismo si sono estesi, abbracciando il potere dei social media, con oltre 4 miliardi di persone attualmente connesse e una previsione di crescita fino a quasi 6 miliardi entro il 2027, secondo Statista. In questo contesto, il Social Journalism emerge come una tendenza dominante, sfidando i paradigmi tradizionali e offrendo nuove prospettive nella diffusione dell’informazione.
Un sondaggio di Forbes rivela che circa il 64,5% delle persone si affida ai canali social come Facebook, YouTube, Snapchat, Instagram e X (ex Twitter) per le ultime notizie, consolidando i social media come una fonte primaria di informazione. Anche il feed di Google News gioca un ruolo significativo in questa evoluzione, sottolineando l’importanza di integrare il Social Journalism nei curricula accademici di chi aspira a una carriera nel giornalismo e nella comunicazione di massa.
Percorsi di studi dedicati
Università di spicco come la Times School of Media di Bennett University, sono al passo con i tempi, offrendo programmi di studio che preparano i futuri professionisti a navigare le sfide contemporanee del giornalismo, inclusa la pratica del Social Journalism. Questa modalità ibrida di giornalismo combina contributi professionali, materiali generati dagli utenti e coinvolgimento della comunità, trasformando i lettori da semplici spettatori a partecipanti attivi nel processo di creazione delle notizie.
Esempi contemporanei di Social Journalism che sono diventati materia di studio nelle università includono il modello di BuzzFeed, che sfrutta questa formula per incrementare il traffico online e la cadenza di pubblicazione, così come Forbes e Business Insider che utilizzano i social media per ampliare l’engagement e la portata; ma anche Piattaforme come Medium.com e LinkedIn, che promuovono un approccio aperto alla creazione di contenuti, permettendo a chiunque di esprimersi e contribuire al discorso pubblico.
Gli studenti hanno inoltre l’opportunità di sperimentare con il MoJo (Mobile Journalism), progetti audiovisivi, pubblicazioni in tempo reale e altre iniziative esperienziali che li dotano delle competenze necessarie per prosperare nel contesto del Social Journalism, preparandosi a eccellere in un panorama mediatico in continua evoluzione.
Differenze tra Giornalismo “tradizionale” e “social”
Il Social Journalism si distingue dal giornalismo tradizionale in diversi aspetti cruciali: la portata, la longevità delle notizie, il metodo di comunicazione e il fattore di affidabilità. Grazie al web, il Social Journalism può raggiungere un pubblico vasto e mantenere le notizie accessibili per un tempo più lungo. Offre inoltre una comunicazione bidirezionale, che incoraggia l’interazione tra giornalisti e lettori, a differenza del flusso unidirezionale tipico del giornalismo tradizionale. Tuttavia, questo modello presenta anche delle sfide, tra cui la diffusione di fake news e la necessità di implementare meccanismi di verifica e regolamentazione per garantire l’affidabilità delle informazioni condivise. Nonostante queste problematiche, il Social Journalism rappresenta un’evoluzione naturale del giornalismo, rispondendo alle esigenze di un pubblico che richiede informazioni tempestive, accessibili e interattive.
Factanza: il giornalismo della (e per la) GenZ
In un mondo digitale in continua evoluzione, dove l’informazione corre veloce sui binari dei social media, Factanza emerge come faro per la GenZ e i Millennials, offrendo notizie di qualità in un formato che parla la loro lingua. Fondata nel 2019 da Bianca Arrighini e Livia Viganó, allora studentesse all’Università Bocconi di Milano, Factanza si propone di riscrivere le regole del giornalismo per adattarlo alle esigenze comunicative delle nuove generazioni. Con una community che supera il mezzo milione di seguaci distribuiti su Instagram, TikTok, Telegram, LinkedIn e Facebook, Factanza sfida i colossi dell’informazione tradizionale, dimostrando che la qualità dell’informazione può prosperare anche sui social. Attraverso un business model incentrato sul branded content, si posiziona inoltre come un ponte tra le aziende e un pubblico giovane, spesso difficile da raggiungere attraverso i canali tradizionali.
La Storia di Factanza: un successo nato nel cambiamento generazionale
Il successo di Factanza non è passato inosservato: nel 2021, la startup ha ricevuto il Premiolino, il più antico e prestigioso riconoscimento giornalistico in Italia, consolidando ulteriormente la sua reputazione. L’anno successivo, le fondatrici Arrighini e Viganó sono state riconosciute da Forbes tra le under 30 più influenti del Paese, un’ulteriore conferma dell’impatto e dell’innovazione portati nel panorama mediatico italiano.
La storia di Factanza è emblematica di un cambiamento generazionale nel consumo dell’informazione. I giovani, spesso etichettati come disinteressati o apatici verso le notizie, dimostrano invece una vivace curiosità e un desiderio di essere informati. Il loro distacco dai media tradizionali riflette una disconnessione linguistica e stilistica, piuttosto che un disinteresse sostanziale. Factanza e pagine simili colmano questo divario, trasformando l’informazione in un contenuto coinvolgente, visivamente accattivante e linguisticamente accessibile, su piattaforme dove i giovani trascorrono gran parte del loro tempo.
Sfidare le convenzioni
L’avventura di Factanza ha anche sfidato le convenzioni, con le fondatrici che hanno scelto di rimanere fuori dai riflettori, ponendo l’accento sulla missione della loro azienda piuttosto che sulle loro figure personali. Questo approccio ha rafforzato la loro identità di pagina come entità collettiva focalizzata sull’informazione, piuttosto che come veicolo per il personal branding. In un’epoca caratterizzata da una crescente polarizzazione, questa realtà rappresenta un’oasi di informazione bilanciata e accessibile. Il suo impegno per un giornalismo inclusivo e imparziale va oltre la semplice narrazione di fatti: Factanza vuole equipaggiare i suoi lettori con gli strumenti critici necessari per navigare nel mondo mediatico sempre più complesso di oggi.
Will Media: La Rivoluzione dell’Informazione Digitale
Nel vivace panorama dell’informazione digitale, emerge con prepotenza la storia di Will Media, progetto giornalistico italiano che in soli cinque anni ha saputo reinventarsi, diventando un punto di riferimento imprescindibile per gli amanti della divulgazione di qualità su Instagram. Fondato verso la fine del 2019 da Imen Boulahrajane, influencer e divulgatrice di notizie di economia e politica, e da Alessandro Tommasi, consulente e manager, Will ha introdotto una novità di rilievo all’inizio del 2020, segnando il suo territorio nel vasto mondo dei social media. L’iniziativa di lanciare una campagna di membership nello scorso anno, ha rappresentato un significativo cambiamento nella strategia del progetto. Con la possibilità per i lettori di sottoscrivere abbonamenti, Will ha aperto le porte a un sostegno economico diretto, in un’epoca in cui le entrate pubblicitarie tradizionali si mostravano sempre più esigue. Questo modello, che fa leva sul finanziamento diretto da parte dei lettori, riflette una tendenza crescente nel giornalismo moderno, dove la ricerca della qualità e dell’indipendenza editoriale si fa strada tra le sfide economiche del settore.
Facilità di fruizione e accessibilità
La genesi di Will è intrisa di un intento chiaro: rivolgersi a un pubblico giovane e diversificato, utilizzando i canali più immediati e interattivi come social media e podcast. La missione è sempre stata quella di rendere l’informazione accessibile, attuale e comprensibile, anche per chi normalmente non segue i tradizionali canali d’informazione. Attraverso un linguaggio semplice e una curata selezione delle notizie, Will ha cercato di colmare il divario tra la complessità degli eventi mondiali e la percezione del pubblico meno avvezzo alle dinamiche politiche ed economiche.
Nonostante le sfide, tra cui la partenza dei suoi fondatori – Boulahrajane per controversie legate ai suoi titoli di studio e Tommasi per dedicarsi alla politica con la fondazione di Nos, una piattaforma di cittadinanza attiva – Will continua a prosperare. Il sito web del progetto accoglie i visitatori con una domanda provocatoria: “Stasera su cosa vuoi fare un figurone a cena?“, sottolineando l’impegno di Will a fornire contenuti che non solo informano ma anche arricchiscono il dibattito sociale e culturale.
L’importanza di diversificare i contenuti
Abbiamo visto come, in meno di mezzo decennio, Will si sia imposto come uno dei progetti di divulgazione giornalistica più innovativi e seguiti d’Italia, specie su Instagram dove vanta un seguito di circa 1,6M di follower, un numero che lo colloca tra i grandi nomi del giornalismo italiano su questa piattaforma. Nel 2022, Will è inoltre entrata a far parte di Chora Media, un colosso della produzione podcast italiana, per un’operazione da 5,2 milioni di euro. Chora, fondata da figure di spicco nel mondo dell’editoria e del giornalismo come Mario Calabresi, ha realizzato alcuni tra i podcast più ascoltati in Italia, dimostrando una forte sinergia con la missione e l’approccio di Will alla divulgazione.
La sua crescita è stata supportata da investimenti considerevoli che hanno permesso di espandere la sua influenza anche su YouTube, LinkedIn, e TikTok, raggiungendo complessivamente centinaia di migliaia di persone. La diversificazione dei contenuti di Will, che spazia dai post sui social ai podcast, ha trovato un riscontro particolare in “The Essential”, il podcast di rassegna stampa condotto da Mia Ceran, e in serie di approfondimento come “Se domani non torno”, dedicata alle radici culturali della violenza di genere. Questa capacità di generare dialogo su temi profondi e attuali attraverso formati innovativi ha consolidato la sua posizione nel panorama mediatico italiano.
Il Bilancio di Will
Dal punto di vista economico, Will ha mostrato una crescita costante, con un fatturato che è passato da 215 mila euro nel 2020 a 4,6 milioni nel 2023, e un EBITDA che, dopo un 2020 in perdita, è diventato positivo e in crescita nei due anni successivi. La maggior parte dei ricavi deriva da lavori di branded content e da attività e contenuti per terzi, sottolineando l’importanza di queste collaborazioni nello sviluppo del progetto.
Anche Chora ha vissuto una crescita significativa, con ricavi che riflettono l’interesse e l’investimento nel settore dei podcast, nonostante le sfide economiche e le incertezze legate alla ricerca di un modello di business sostenibile in un mercato ancora in definizione. L’obiettivo condiviso per il futuro è ambizioso: chiudere il 2024 in attivo, per la prima volta, sia per Chora che per Will. Questa prospettiva, unita alle sfide imposte dal mercato e dalle scelte editoriali e commerciali, pone le due realtà di fronte a un anno cruciale, in cui la loro capacità di innovare e adattarsi sarà fondamentale per il successo nel dinamico e sempre più competitivo panorama del podcasting italiano.
Il Fenomeno Ugolize (ex Legolize) tra attualità e umorismo
Nell’eterogeneo universo digitale, dove la comunicazione si declina attraverso le molteplici sfaccettature dei social media, si staglia l’esempio vivido di Legolize, (ora Ugolize). Un nome che ha conquistato la scena con una combinazione affascinante di umorismo e intuizione digitale, trasformando i celebri omini di plastica nei portavoce di una narrazione unica e spiazzante per raccontare spaccati di vita quotidiana e fatti di attualità.
Su Linkedin sono stati tra i primi a parodizzare le dinamiche lavorative, il greenwashing, e la comunicazione istituzionale che da sempre avvolge questo social.
La formula vincente dell’ascolto attivo e del politicamente scorretto
Ugolize è un esempio emblematico di come l’umorismo politicamente scorretto e l’ascolto attivo – o social listening – possano intercettare e coinvolgere una vasta audience. Con oltre 1.2M follower su Instagram, e 120K follower su LinkedIn, il progetto è un fenomeno da studiare per comprendere le dinamiche del successo nel social journalism.
Dietro il velo di simpatiche vignette, il team di Ugolize ha dato vita a una strategia di comunicazione sofisticata ed efficace, basata su una pianificazione editoriale flessibile e attenta all’attualità, e su un’interazione dinamica e genuina con la loro community. A dispetto della semplicità apparente, il processo creativo si snoda attraverso la selezione accurata di temi caldi e di risonanza con il pubblico, puntando a un engagement organico anziché forzato. Con una community da oltre 2.5 milioni di persone in totale, Ugolize è il media con l’engagement più alto su LinkedIn.
Riscrivere le regole del coinvolgimento digitale
Nominati nel 2022 da Forbes tra i 100 Under 30 Leader del futuro, i fondatori di Ugolize Mattia, Samuele e Pietro, provenienti rispettivamente da Veneto, Piemonte e Calabria, hanno dimostrato che la geografia è irrilevante nel legame creativo che si può tessere attraverso il web. La loro collaborazione ha dato vita a un contenuto che riscrive le regole del coinvolgimento digitale, fondendo la passione per lo storytelling visivo con un’intuizione commerciale affinata. Legolize… anzi, Ugolize, si distingue per una firma grafica immediatamente riconoscibile: tre vignette dove l’ultima inquadra lo sguardo imperturbabile del protagonista, una mossa che aggiunge una cadenza comica alla narrazione. Questa caratteristica distintiva si sposa con una libertà creativa condivisa, dove ogni membro contribuisce alla fase di revisione, garantendo così un prodotto finale privo di errori e in linea con la voce unica del brand.
Gli ingredienti del successo di Ugolize
Il successo di Ugolize è ancorato fortemente alla capacità di moderare e valorizzare i commenti dei follower, creando un dialogo continuo che stimola ulteriore partecipazione. Questo aspetto è vitale per mantenere un engagement elevato, che a sua volta viene premiato dagli algoritmi dei social, incrementando la visibilità dei contenuti.
Gli Admin adottano un approccio analitico per valutare le performance della pagina, utilizzando strumenti come Twitter, Reddit e Google Trends per rimanere aggiornati sugli argomenti di tendenza: un altro elemento cruciale per alimentare la pianificazione editoriale e per garantire che i contenuti rimangano pertinenti e coinvolgenti.
Collaborare con i Brand senza perdere la propria identità
La monetizzazione del progetto Ugolize si basa su una collaborazione strategica con altri brand, senza mai perdere l’autenticità del loro stile umoristico. La personalizzazione creativa del messaggio è al centro della loro strategia, permettendo di integrare i brief aziendali nel tessuto narrativo. Non affiliati ufficialmente alla LEGO, il gruppo precedentemente chiamato Legolize si muove da sempre con agilità nell’ecosistema digitale, rimanendo un modello indipendente e autentico che può offrire spunti preziosi a chi aspira a operare nel settore del B2B, rappresentando una testimonianza della potenza dell’umorismo come strumento di engagement nel panorama del social journalism. Il progetto offre un modello replicabile e innovativo che sottolinea l’importanza di una strategia basata sul coinvolgimento genuino dell’audience, dimostrando che una comunicazione ben calibrata può trasformarsi in un fenomeno sociale inarrestabile.
Un fenomeno globale: diversità di approcci e successo all’estero
Il successo di iniziative come Factanza e Will non è isolato. In diversi paesi, progetti simili hanno preso vita, rispondendo alle specifiche esigenze culturali e sociali delle loro comunità. Ad esempio, negli Stati Uniti, piattaforme come ProPublica e The Marshall Project si concentrano sull’investigazione e sul giornalismo d’impatto sociale, offrendo approfondimenti su tematiche di giustizia sociale e ambientale. Questi esempi evidenziano una tendenza globale verso un giornalismo più aperto, inclusivo e basato sulla partecipazione attiva dei cittadini. Ma quali sono all’estero le piattaforme e i siti che a livello globale hanno trasformato il modo in cui le notizie vengono raccolte, condivise e consumate? Le abbiamo cercate per voi.
Ecco una panoramica delle principali piattaforme di social journalism a livello globale, con un focus sul loro impatto e sulle statistiche chiave che delineano il loro ruolo nel moderno ecosistema mediatico.
Twitter si posiziona come una delle piattaforme più influenti per il social journalism, permettendo agli utenti di condividere e commentare notizie in tempo reale. Con oltre 330 milioni di utenti attivi mensili, Twitter ha giocato un ruolo cruciale durante eventi globali, rivoluzioni e situazioni di crisi, fungendo da fonte primaria per notizie immediate.
Con quasi 2,8 miliardi di utenti attivi mensili, la società di Mark Zuckerberg rimane la più grande piattaforma di social media al mondo. La sua funzione “Facebook News”, lanciata in vari paesi, cura le notizie da fonti giornalistiche affidabili, offrendo agli utenti una vasta gamma di contenuti informativi. Inoltre, numerosi media utilizzano pagine Facebook per interagire direttamente con il pubblico.
Reddit, conosciuto come “la prima pagina di Internet”, permette agli utenti di presentare notizie e contenuti in specifici forum tematici, noti come “subreddits”. Con oltre 430 milioni di utenti attivi mensili, Reddit si è distinto per la sua capacità di catalizzare discussioni approfondite su argomenti d’attualità e per essere stata la culla di importanti storie di interesse giornalistico.
Medium si è affermato come una piattaforma chiave per il social journalism, offrendo agli scrittori, sia professionisti che amatoriali, la possibilità di pubblicare articoli su vari argomenti. Con milioni di lettori mensili, Medium spicca per la qualità dei suoi contenuti e per la sua capacità di offrire approfondimenti su tematiche complesse, spesso trascurate dai media tradizionali.
BuzzFeed è noto per il suo approccio unico alla creazione di contenuti, che include notizie, intrattenimento e video virali. Sebbene abbia iniziato come un sito prevalentemente dedicato all’intrattenimento, BuzzFeed ha ampliato la sua offerta includendo investigazioni giornalistiche e reportage, raggiungendo centinaia di milioni di lettori al mese.
The Conversation, un network di siti di notizie presenti in diversi paesi, si basa su un modello unico che combina l’esperienza accademica con il giornalismo professionale per fornire analisi approfondite su temi di attualità. Con milioni di lettori mensili, offre un contributo prezioso al dibattito pubblico, fornendo contenuti affidabili scritti da esperti del settore accademico.
ProPublica è un’organizzazione di giornalismo investigativo senza scopo di lucro che si concentra su storie di interesse pubblico, spesso esplorando temi come la sanità, l’ambiente e la finanza. La sua mission è quella di esporre abusi di potere e tradimenti del bene pubblico utilizzando le potenzialità del digital storytelling e del giornalismo dati.
The Marshall Project è un’altra organizzazione giornalistica non-profit che mira a creare consapevolezza sui problemi del sistema penale americano. Offre reportage dettagliati, analisi e storie che coinvolgono direttamente le persone colpite da queste tematiche. Entrambi questi enti sono esempi di come il giornalismo può evolversi per affrontare le sfide sociali attraverso l’utilizzo dei social media e di altre piattaforme online.
Queste piattaforme rappresentano solo la punta dell’iceberg del social journalism a livello mondiale. Mentre il panorama dei media continua ad evolversi, il social journalism rimarrà una componente essenziale dell’ecosistema informativo globale, sfidando i confini tradizionali del giornalismo e promuovendo un’informazione più inclusiva e partecipativa.
Abbiamo discusso il bisogno vitale di verità e trasparenza nel giornalismo, essenziale per sostenere la democrazia e l’unità sociale. In un’era di informazione diffusa, il giornalismo sociale si conferma non solo prezioso ma necessario, superando sfide con innovazione e dedizione per portare alla luce la verità.
Siamo felici di aver condiviso queste idee con voi, credendo fermamente nel ruolo del giornalismo sociale nell’unire le persone oltre ogni confine. Ci impegniamo a promuovere storie significative per un futuro più giusto e connesso.