Tra stereotipi di genere, big data e innovazioni digitali, nuovi strumenti utili per prevenire la violenza sulla donne

In un periodo segnato da una crescente consapevolezza sociale, la questione della violenza di genere rimane una sfida significativa. I dati aggiornati dell'ISTAT al 22 novembre 2023 forniscono un'analisi approfondita delle tendenze e dell'implementazione di soluzioni innovative, in particolare nel dominio digitale. Questo articolo di NOOO Borders indaga le sfide e i progressi fatti nella lotta contro gli stereotipi di genere e la violenza sulle donne, mettendo in luce anche nuovi strumenti digitali per la protezione personale.

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30 Novembre, 2023

Decodificare le tendenze italiane sulla violenza di genere.

L’analisi del quinquennio 2018-2023 evidenzia una diminuzione degli stereotipi legati al genere, sebbene persista una notevole discrepanza tra le percezioni maschili e femminili. Le donne dimostrano una maggiore apertura mentale e una minore inclinazione a sostenere visioni stereotipate, una tendenza che sottolinea l’importanza di un dialogo costante e di una sensibilizzazione mirata.

È significativo notare inoltre che quasi metà degli intervistati mantiene pregiudizi sulla violenza sessuale, con il 39,3% degli uomini che ritiene ancora che una donna possa riuscire a sottrarsi a un rapporto sessuale indesiderato; e quasi il 20% che associa la violenza al modo di vestire femminile. Tali percezioni errate chiamano a un’imperativa necessità di educazione e confutazione di miti nocivi.

Rassicura invece il calo di opinioni stereotipate tra individui con maggiori livelli di istruzione, indicativo del potere dell’istruzione e dell’informazione nell’evolvere le mentalità. L’apertura al dialogo sulla violenza e il supporto verso le iniziative a favore delle vittime sono in crescita, con il 31,4% che riconosce l’importanza di parlarne e il 15,8% che sostiene azioni concrete di supporto.

L’importanza dei Centri Antiviolenza.

Nel tessuto sociale contemporaneo, la lotta contro la violenza di genere è una battaglia in prima linea e i Centri Antiviolenza rappresentano baluardi di speranza e rinascita per molte donne. L’adesione dell’Italia alla Convenzione del Consiglio d’Europa, nota come Convenzione di Istanbul del 2011, ha segnato un impegno solenne nella predisposizione di “servizi specializzati di supporto immediato” per le vittime di violenza. Dall’entrata in vigore, l’Italia ha compiuto passi significativi per consolidare il sistema di protezione e assistenza. Dal 2017 sono stati raccolti dati precisi sul funzionamento e sull’efficacia dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio e nel 2018 e nel 2020 sono state avviate indagini approfondite sulle prestazioni dei Centri e sull’utenza, rivelando l’impatto tangibile di questi servizi nella vita delle donne che intraprendono il difficile percorso di uscita dalla violenza.

La Legge n. 53 del 2022 ha ulteriormente rafforzato questo quadro, imponendo la raccolta di dati dettagliati sull’utenza dei Centri Antiviolenza, compresi la relazione autore-vittima, la tipologia di violenza subita, la presenza di figli e le tipologie di assistenza fornita. Un’azione concreta verso una comprensione più profonda del fenomeno e verso la definizione di politiche sempre più mirate ed efficaci.

Allerta Pronto Soccorso: in aumento gli accessi per violenza di genere.

Il flusso delle donne che si rivolgono al pronto soccorso per episodi di violenza domestica è un indicatore cruciale per comprendere l’evoluzione della violenza di genere in Italia. In termini numerici, il 2022 ha segnalato un allarmante aumento degli accessi femminili al Pronto Soccorso per violenza: 14.448, che rappresenta un incremento del 13% rispetto ai 12.780 casi del 2021. Questa crescita è particolarmente significativa se confrontata con la tendenza pre-pandemica: prima del 2020, gli accessi oscillavano tra 14.368 nel 2017; con un picco di 15.800 nel 2019. La pandemia di Covid-19 ha invece visto una riduzione a 11.826 nel 2020, ma una risalita è stata registrata l’anno successivo.

La comparazione dei dati rivela una realtà inquietante: nonostante il calo generale degli accessi al PS durante il 2020, la quota di donne vittime di violenza è rimasta sostanzialmente elevata. Questo dato suggerisce che, nonostante le restrizioni e le difficoltà imposte dalla pandemia, la necessità di supporto per le vittime di violenza di genere è rimasta pressante.

L’analisi di queste statistiche non solo fornisce un quadro delle emergenze attuali ma sollecita una riflessione più ampia sulle dinamiche sociali e sulla risposta istituzionale alla violenza contro le donne. Il ruolo dei servizi ospedalieri si rivela sempre più centrale, sia come punto di primo intervento sia come fonte di dati per informare le politiche future. L’obiettivo è chiaro: ridurre questi numeri attraverso la prevenzione, il supporto e l’intervento, per costruire una società in cui il pronto soccorso per violenza di genere diventi un’eccezione, non una norma.

La risposta delle donne italiane alla violenza.

L’eco tragica dell’omicidio di Giulia Cecchettin ha risvegliato un sentimento di urgenza tra le donne italiane, determinando un netto aumento nella ricerca di autonomia e sicurezza personale. La risposta è stata un’immediata impennata nella domanda di corsi di autodifesa, con un notevole incremento delle ricerche online che hanno toccato un aumento del 300%. Parallelamente, si è registrato un significativo interesse verso mezzi di difesa personale, come evidenziato dal 70% in più di richieste su dove acquistare spray al peperoncino.

Questi dati non solo riflettono una crescente preoccupazione per la sicurezza personale ma anche un cambiamento nella percezione della difesa personale come strumento di empowerment femminile. La proposta di The Shadow Project, l’iniziativa lanciata dalla campionessa mondiale di kickboxing Gloria Peritore, sottolinea il potenziale degli sport da combattimento nell’educare alla parità di genere e al rispetto reciproco. Per Gloria, il ring è diventato un luogo di rinascita e forza: “Questo sport mi ha restituito una seconda vita. La violenza rende soli e fragili, e io lo so bene, l’ho provato sulla mia pelle“.

La tecnologia in difesa della donna: ecco la lista delle App salva-vita

L’emergenza della violenza contro le donne ha trovato nella tecnologia un alleato potente e discreto. Nel panorama digitale italiano, le applicazioni dedicate alla sicurezza femminile stanno diventando strumenti fondamentali per la prevenzione e l’intervento in situazioni di pericolo, rispettando sempre la privacy delle utenti. Di seguito, una lista delle migliori App salva-vita.

Con oltre 50.000 utenti in Italia, Wher sta riscuotendo sempre maggiore popolarità. Si tratta di una app-navigatore che permette alle donne di valutare e condividere la sicurezza delle strade urbane. Un semplice tocco consente di segnalare percorsi sicuri, creando una mappa collaborativa a beneficio di tutte le utilizzatrici.

Nell’ambito della comunicazione d’emergenza, l’app ufficiale del 112, Where Are U, registra un successo notevole. Con un rapido download, le donne possono connettersi istantaneamente con le forze dell’ordine, inviando automaticamente la propria posizione e altre informazioni vitali.

Il servizio 1522, promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità, offre un canale diretto per assistenza e consulenza tramite chiamata o chat, arricchendo il network di supporto con consigli di sicurezza e aggiornamenti continui.

Guardian Safely Around si distingue come una soluzione di navigazione e monitoraggio del pericolo, consentendo di identificare i percorsi più sicuri e di aggiungere contatti di emergenza personalizzati.

Per prepararsi alle emergenze con efficacia globale, Echosos invia la posizione dell’utente ai servizi di emergenza locali, fornendo anche informazioni sui Pronto Soccorso nelle vicinanze. Questa applicazione funziona in qualsiasi parte del mondo, garantendo assistenza anche in assenza di connessione dati, tramite SMS.

Viola Walkhome offre un innovativo servizio di video accompagnamento disponibile 24 ore su 24, registrando le chiamate in caso di emergenza e allertando le forze dell’ordine se necessario. Infine, da non dimenticare è il Signal for Help, un segnale di richiesta di aiuto contro la violenza domestica diventato virale sui social media. Ideato dalla Canadian Women’s Foundation e promosso in Italia da gengleonlus.org, questo segnale universale delle mani consente di chiedere aiuto durante una videochiamata o in presenza di altri, in maniera discreta e immediata

L’escalation nell’interesse per la difesa personale segna un passo significativo verso l’empowerment femminile, ma è solo l’inizio di un percorso più ampio di consapevolezza e cambiamento collettivo.

Tutto il nostro team è consapevole che un singolo articolo non può cambiare la realtà complessa della violenza di genere, tuttavia, speriamo di aver contribuito, anche modestamente, fornendo informazioni che possano servire da trampolino di lancio per azioni e riflessioni più profonde.

La strada verso una società libera dalla violenza è collettiva e richiede l’impegno di tutti. Ogni passo, piccolo o grande, è un tassello verso quella visione di equità e sicurezza che auspichiamo diventi la norma. Con umiltà, ma anche con determinazione, continuiamo a condividere storie, dati e strumenti, invitando ciascuno a riflettere e ad agire per superare insieme ogni confine.