Tendenze Gen-Z per il 2025: social, mobile, e linguaggio visivo

La Generazione Z sta rivoluzionando il panorama dei consumi con comportamenti e valori che stanno ridefinendo le logiche economiche globali. Nel 2024, il loro potere d’acquisto ha raggiunto gli 860 miliardi di dollari, una cifra destinata a crescere fino a un impressionante impatto globale di 12 trilioni di dollari entro il 2030. Questa giovane generazione non è solo un target commerciale: è una forza economica inarrestabile.

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21 Gennaio, 2025

Comprendere le preferenze della Gen Z è essenziale per chiunque voglia catturarne l’attenzione. Immersi nella tecnologia sin dalla nascita, i “nativi digitali” hanno un’innata familiarità con il mondo iperconnesso. Le loro abitudini di consumo mediatico sono il punto di partenza per creare campagne che rispondano ai loro desideri. Brand lungimiranti stanno già analizzando le tendenze più popolari per parlare il loro linguaggio e garantirsi un posto nel futuro.

Il futuro del marketing globale

La Generazione Z incarna il futuro del consumo, imponendo nuove regole a cui brand e marketer devono adattarsi con rapidità e intelligenza. Cresciuta nell’era digitale, questa generazione di “nativi digitali” vive immersa nella tecnologia, privilegiando i dispositivi mobili per ogni aspetto della loro quotidianità: dal consumo di media agli acquisti, fino alle interazioni sociali. La centralità del mobile non è negoziabile: un’esperienza digitale ottimizzata per questi dispositivi è il requisito minimo per catturare la loro attenzione.

Ma la Gen Z non si ferma alla tecnologia. È una generazione guidata da valori profondi: autenticità, diversità e responsabilità sociale sono principi irrinunciabili. Preferiscono brand che incarnino queste virtù, sostenendo cause sociali e riflettendo la loro visione del mondo.

Anche il processo d’acquisto si trasforma: i social media sono i motori di ricerca di questa generazione, con TikTok e Instagram in prima linea. Qui scoprono tendenze, cercano informazioni e prendono decisioni d’acquisto. Le partnership con micro-influencer, autentici e vicini al loro universo, diventano strumenti essenziali per guadagnarne la fiducia. Ancora più potente è il contenuto generato dagli utenti: una prova tangibile della connessione tra il marchio e la sua comunità.

Chi saprà ascoltare, interpretare e rispondere ai segnali di questa generazione non solo sopravvivrà, ma prospererà in un mercato che, per loro, non ha confini.

Mexico City, CDMX, Mexico; 08, August, 2024. Gen Z group of young friends hanging out in Mexico City.

Gen Z vs. aziende: fiducia a perdere

La sfiducia della Gen Z verso il mondo imprenditoriale è significativa: uno studio di BBMG e GlobeScan rivela che, con un rapporto di 5 a 1, i giovani della Gen Z ritengono che le aziende non agiscano nel loro interesse. Inoltre, quasi un quarto di loro non riesce a ricordare nemmeno un brand che consideri realmente impegnato in cause rilevanti.

Le priorità di questa generazione riflettono i loro valori profondi. Questa consapevolezza etica e sociale permea ogni aspetto delle loro vite, influenzando decisioni d’acquisto, scelte di carriera e interazioni sociali. I temi centrali per la Gen Z – dal cambiamento climatico alla salute mentale – non sono semplici priorità: sono criteri decisivi per costruire fiducia verso i brand. Non sono solo consumatori, ma pensatori e creatori che richiedono coerenza: parlare di inclusività e sostenibilità non basta, è necessario dimostrarlo concretamente.

I cinque pilastri della Gen-Z

La Generazione Z emerge con una chiarezza disarmante, unendo ambizione e concretezza in un sistema valoriale che ridefinisce priorità e aspirazioni. Secondo un’indagine di Snapchat, questa generazione fonda il proprio vivere su cinque pilastri fondamentali: generare reddito, trovare il piacere nella quotidianità, perseguire traguardi significativi, salvaguardare il proprio equilibrio psicofisico e coltivare legami autentici. Questi principi rivelano una visione lucida e profondamente moderna, dove il successo personale non è scisso dall’esigenza di un’esistenza equilibrata, capace di riservare spazio agli affetti più cari.

Penetrare il tessuto delle loro tendenze significa confrontarsi con un dinamismo che sfugge alle categorie rigide del passato. La Gen Z non si limita a ritoccare il quadro: abbatte i confini, costruisce nuovi paradigmi, riscrive le regole del vivere e del creare.

Generazione Z e il Dominio del Mobile

La Generazione Z sta ridefinendo il panorama digitale e mediatico, costringendo i brand ad adattarsi a un mondo dove i dispositivi mobili sono il centro nevralgico della loro esistenza. Con il 75% dei giovani che sceglie gli smartphone come tecnologia principale, questi strumenti non rappresentano solo un mezzo, ma una piattaforma di vita in cui si intrecciano acquisti, socialità, intrattenimento e informazione. Il mobile è il territorio su cui si giocano le strategie vincenti, e ignorarlo significa restare irrimediabilmente fuori gioco.

Un esempio emblematico di questa trasformazione è Nike, che su Instagram ha saputo intercettare i bisogni e i valori della Gen Z con un approccio mobile-first. Il marchio non si limita a pubblicare contenuti, ma crea esperienze immersive e autentiche che rispecchiano i pilastri valoriali della generazione: inclusività, accessibilità e innovazione. La funzione ‘View Shop’ di Instagram consente agli utenti di esplorare e acquistare prodotti in pochi tocchi, eliminando ogni barriera e offrendo un’esperienza intuitiva e immediata, perfettamente allineata con le aspettative di una generazione iperconnessa.

Ma l’efficacia del mobile-first non si esaurisce nella facilità d’uso. Per conquistare la Gen Z, è necessario proporre contenuti che parlino il loro linguaggio: visivo, dinamico e autentico, trasformando ogni interazione in un dialogo significativo. Nel 2025, i brand che sapranno integrare strategie mobile-ottimizzate non solo cattureranno l’attenzione di questa generazione, ma ne guadagneranno la fedeltà in un mercato dove la competizione è feroce e la differenza è nei dettagli.

L’importanza delle esperienze interattive

Non si tratta solo di progettare applicazioni eleganti o piattaforme social accattivanti, ma di creare esperienze interattive che rispecchino le aspettative di una generazione abituata a interagire in modo dinamico e immersivo. Secondo un rapporto di Statista, si prevede che entro il prossimo anno ci saranno circa 1,73 miliardi di utenti mobili che interagiranno con la realtà aumentata, evidenziando l’importanza crescente di queste tecnologie nell’e-commerce.

Le esperienze interattive non sono più un’opzione ma un elemento indispensabile per catturare l’attenzione di consumatori sempre più esigenti. L’implementazione della realtà aumentata basata sul web ha dimostrato un aumento delle conversioni del 112% e un ROI 22 volte superiore nel commercio online, dimostrando l’efficacia dell’AR rispetto alle immagini e ai video 2D tradizionali.

Il potere della co-creazione

Questa generazione non è solo destinataria di contenuti, ma desidera partecipare attivamente alla loro creazione. Un esempio di successo è rappresentato da LEGO Ideas, una piattaforma che invita i consumatori a proporre e votare nuove idee per i prodotti LEGO. Questa iniziativa ha portato non solo a un maggiore coinvolgimento del pubblico ma anche a un incremento significativo nelle vendite globali. Secondo un report di PwC, l’uso combinato di AR e AI potrebbe aumentare la produttività aziendale del 15% entro il 2025. Per i membri della Gen Z, questa “esperienza superiore” si traduce in interattività: eventi virtuali dove possono interagire con il brand in tempo reale, quiz personalizzati che suggeriscono prodotti, oppure ambienti digitali immersivi che offrono storie coinvolgenti.
Le esperienze interattive vanno oltre la semplice fidelizzazione: costruiscono fiducia.

Valori e media al centro delle scelte

Il modo in cui la Generazione Z acquista riflette una perfetta sintesi tra i suoi valori fondamentali e le abitudini mediatiche che la definiscono. Questa generazione predilige brand capaci di comprendere non solo la loro natura di nativi digitali, ma anche il loro impegno profondo verso tematiche come la salute mentale, la giustizia sociale e il cambiamento climatico. Ogni acquisto diventa un gesto consapevole, una dichiarazione di affiliazione a valori etici condivisi.

Per le aziende che aspirano a conquistare il cuore di questi giovani consumatori, la pubblicità tradizionale non basta. La strategia richiede un’immersione totale nel linguaggio dei social media, un ascolto attento alle loro priorità e la costruzione di collaborazioni autentiche che riecheggino il loro universo valoriale. È questa autenticità a trasformare un brand in un’icona capace di creare una base di clienti fedeli, spinta dalla propensione della Gen Z agli acquisti impulsivi, spesso guidati da un legame emotivo con il marchio.

Lo shopping sociale non è per la Gen Z una semplice moda, ma una componente essenziale del loro comportamento da consumatori. Le piattaforme digitali, dove trascorrono gran parte del loro tempo, diventano il luogo privilegiato per instaurare dialoghi significativi e genuini. I brand che sapranno parlare il loro linguaggio, rispettando i loro valori, non solo conquisteranno questi giovani consumatori, ma definiranno nuovi standard nel marketing digitale e nell’e-commerce, tracciando la strada verso un futuro in cui rilevanza ed empatia saranno gli strumenti più potenti per il successo.

Fenty Beauty e il Manifesto dell’Inclusività

Nel 2017, Fenty Beauty ha riscritto le regole dell’industria cosmetica, lanciando una gamma di 40 tonalità di fondotinta, un gesto che non solo abbracciava la diversità, ma la rendeva protagonista. Da allora, il marchio è diventato il simbolo di un’estetica inclusiva, fissando nuovi standard di equità e rappresentazione. Basta uno sguardo al feed Instagram di Fenty per cogliere un caleidoscopio di tonalità di pelle e modelli culturalmente diversificati: un esempio cristallino di come si costruisce un’identità di marca radicata nei valori.

Per conquistare la Gen Z, i brand devono andare oltre slogan accattivanti e campagne superficiali. Questa generazione, cresciuta con l’accesso immediato alle informazioni, cerca autenticità e azioni concrete. Per loro, parole come “impegno” e “responsabilità” non sono optional, ma prerequisiti non negoziabili.

I valori che la Generazione Z custodisce gelosamente – giustizia sociale, salute mentale, sostenibilità – guidano le loro decisioni d’acquisto e determinano la loro fedeltà verso i marchi. Non si tratta solo di vendere un prodotto, ma di incarnare ideali che rispecchiano una visione del mondo in cui ogni acquisto diventa una dichiarazione di intenti.

Questa generazione, definita da una consapevolezza sociale senza precedenti e da un rapporto viscerale con i social media, pretende che le aziende dimostrino il loro impegno attraverso azioni tangibili. La loro affinità con piattaforme come TikTok offre una finestra sui loro interessi, dove temi come il cambiamento climatico, l’equità e la salute mentale dominano le conversazioni.

Per i marchi, il messaggio è chiaro: la Generazione Z non è solo una platea di consumatori, ma un esercito di sostenitori, critici e influencer. Con un potere d’acquisto strettamente legato ai valori, le aziende devono dimostrare di essere parte della soluzione, non del problema. In un mondo dove ogni clic e ogni acquisto valgono come un voto, solo chi sa incarnare autenticità, diversità e impatto sociale potrà conquistare il cuore e la mente di questa generazione straordinaria.

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Il Nuovo Linguaggio della Gen Z è Visivo

Come abbiamo già approfondito nel nostro precedente articolo: Social media: i nuovi motori di ricerca per le generazioni digitali; per la Generazione Z, TikTok e Instagram sono i nuovi motori di ricerca. Circa il 40% di questa generazione si rivolge a queste piattaforme per tutto, dalle ultime tendenze pop alla moda, fino alle guide pratiche su come fare qualsiasi cosa. Si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma: i giovani nati nell’era digitale privilegiano l’apprendimento visivo rispetto ai tradizionali metodi testuali.

Per i brand, il messaggio è chiaro: è necessario adattare i contenuti a queste piattaforme, creando esperienze che siano non solo esteticamente accattivanti, ma anche utili, interattive e soprattutto immediate. La Gen Z non cerca semplicemente intrattenimento, ma contenuti che rispondano ai loro bisogni e parlino il loro linguaggio visivo.

Questo cambiamento segna una svolta epocale per le strategie di marketing. Con una generazione che passa una quantità significativa di tempo sui social, le aziende hanno un’opportunità unica per stabilire connessioni autentiche in uno spazio frequentato quotidianamente dai loro consumatori. A differenza delle generazioni precedenti, la Gen Z è cresciuta in un’epoca in cui l’accesso immediato alle informazioni è la norma, e si aspettano che i brand mantengano il ritmo, offrendo soluzioni rapide, pertinenti e prevalentemente visive.

UGC: il contenuto generato dagli utenti

Il Contenuto Generato dagli Utenti (UGC) è l’essenza stessa del modo in cui la Generazione Z vive e interagisce nel mondo online. Basti pensare che circa il 60% degli utenti di TikTok appartiene a questa generazione, ma non si limita a scorrere passivamente i contenuti. Sono creatori attivi, narratori digitali, protagonisti di una nuova economia dell’attenzione.

La ragione di questa predilezione è chiara: il 61% della Gen Z preferisce l’UGC rispetto alle strategie di marketing tradizionali. Il motivo? L’autenticità. L’UGC parla la loro lingua, riflette la realtà e si distacca dalle costruzioni artificiose delle pubblicità convenzionali. Un esempio magistrale è Starbucks, che ha saputo valorizzare questa risorsa includendo esperienze autentiche dei propri clienti su Instagram. La condivisione di momenti reali, vissuti e raccontati dagli utenti, crea una connessione genuina con il pubblico, elevando il brand al livello di partner della quotidianità.

Nel panorama odierno, dominato da piattaforme come TikTok, dove la creatività è al centro, l’UGC si impone come lo strumento più potente per connettersi con una generazione che non vuole essere spettatrice, ma parte attiva della conversazione.

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